10 dicembre 2025

Il calcolo storico dell’imposta sostitutiva sulla rivalutazione del TFR: quadro normativo, tecnica di calcolo ed elementi critici nella prassi professionale

Lavoro & Consulenza n. 46 - 2025
Autore: Danilo Randazzo

 

Premessa

 

La rivalutazione del TFR rappresenta uno dei meccanismi più consolidati e peculiari del diritto del lavoro italiano. Introdotta con la riforma del 1982 e successivamente riorganizzata dall’art. 2120 c.c., essa consente di preservare il potere d’acquisto delle quote accantonate dai datori di lavoro a tutela del lavoratore. Alla rivalutazione si applica, ex art. 11 del D.Lgs. n. 47/2000, una imposta sostitutiva delle imposte sui redditi, attualmente fissata al 17%.

Per calcolare l’imposta sostitutiva si possono adottare due approcci: il metodo previsionale, che verrà illustrato nelle prossime pubblicazioni, e il metodo storico, su cui ci concentreremo in questo approfondimento.

Tra i metodi per la determinazione dell’imposta, il calcolo storico rimane quello maggiormente utilizzato nella prassi professionale per la sua aderenza ai dati consuntivi. Rappresenta uno strumento che consente al consulente del lavoro di ricostruire con precisione l’onere fiscale maturato nell’anno, minimizzando scostamenti e rettifiche nel saldo.

Quadro normativo di riferimento

Le principali fonti rilevanti sono:

  • Art. 2120 c.c. – Rivalutazione della quota di TFR accantonata.
  • Art. 11, D.Lgs. 47/2000 – Imposta sostitutiva sulla rivalutazione del TFR.
  • Provvedimenti annuali dell’Agenzia delle Entrate con indicazioni sui codici tributo 1712 (acconto) e 1713 (saldo).
  • Indice ISTAT FOI (Famiglie di Operai e Impiegati, senza tabacchi).

La ratio dell’imposta sostitutiva è evitare che la rivalutazione del TFR — reddito latente del lavoratore — determini un carico fiscale immediato su una somma non ancora percepita.

La logica del “calcolo storico”: definizione e campo di applicazione

Il metodo storico consiste nel determinare l’imposta sostitutiva esclusivamente sulla base dei dati effettivi dell’anno:

  • TFR accantonato al 31 dicembre dell’anno precedente;
  • rivalutazione ISTAT effettiva;
  • imposta dovuta secondo aliquota vigente;
  • acconti versati nell’anno;
  • saldo da versare o credito da riportare.

Questo metodo è obbligatorio ai fini del saldo ed è utilizzato dalla maggior parte delle imprese anche per l’acconto, salvo motivazioni finanziarie per l’adozione del previsionale.

La base di rivalutazione: chiarimenti operativi

La rivalutazione annuale riguarda soltanto la quota TFR esistente al 31 dicembre dell’anno precedente.
Non è, quindi, oggetto di rivalutazione:

  • la quota di TFR maturata nell’anno;
  • le quote già erogate nell’anno (in caso di cessazioni o anticipazioni);
  • le quote destinate al Fondo Tesoreria INPS (che seguono regole autonome).

È fondamentale, in sede di bilancio del TFR aziendale, mantenere una corretta separazione tra quota maturanda e quota rivalutabile.

Il meccanismo di rivalutazione: struttura della formula

La rivalutazione si compone di due elementi:

  • 1,5% fisso, sempre applicabile;
  • 75% dell’aumento dell’indice ISTAT FOI.

Esempio:

  • aumento FOI anno X = +7,2%
  • rivalutazione = 1,5% + (75% × 7,2%) = 6,9%

La percentuale si applica al montante TFR presente al 31/12 dell’anno precedente.

Calcolo dell’imposta sostitutiva: determinazione del saldo

L’imposta sostitutiva dovuta è pari a:

  • 17% × rivalutazione maturata nell’anno

Segue un classico esempio operativo.

Esempio completo – Metodo storico

TFR esistente al 31/12 anno N-1: € 200.000
Indice FOI anno N: +5,6%
Rivalutazione = 1,5% + (75% × 5,6%) = 5,7%
Rivalutazione TFR = 200.000 × 5,7% = € 11.400
Imposta sostitutiva = 17% × 11.400 = € 1.938
Se l’acconto versato (cod. tributo 1712) era € 1.800, il saldo sarà:

Saldo = 1.938 – 1.800 = € 138 (cod. tributo 1713)
Eventuale credito si riporta all’anno successivo.

Gestione dell’acconto: logica e criticità operative

Il metodo storico prevede che l’acconto sia calcolato come:

  • 90% dell’imposta sostitutiva dell’anno precedente

Ciò può generare criticità quando:

  • l’indice ISTAT dell’anno precedente era eccezionalmente elevato;
  • nell’anno corrente l’impresa ha subito numerose cessazioni;
  • il montante TFR è significativamente diminuito;
  • l’andamento inflattivo è decrescente.

In queste situazioni l’acconto calcolato su base storica può risultare sovradimensionato.

Il calcolo storico rimane il metodo di riferimento nella maggior parte delle realtà aziendali. La sua affidabilità e linearità lo rendono preferibile nelle situazioni caratterizzate da bassa volatilità inflattiva e stabilità del montante TFR.
Per lo studio professionale esso rappresenta uno strumento di certezza, utile anche ai fini del bilancio e della pianificazione degli oneri del personale.

Normativa

 

L'esperto

Come si determina la base di rivalutazione del TFR ai fini del metodo storico?

La base di rivalutazione è costituita esclusivamente dal montante TFR accantonato al 31 dicembre dell’anno precedente, al netto delle quote maturate nell’anno, delle quote erogate (cessazioni o anticipazioni) e delle quote conferite al Fondo Tesoreria INPS. Solo questa componente è soggetta a rivalutazione e imposizione sostitutiva.

L’acconto dell’imposta sostitutiva va sempre calcolato con il metodo storico?

No. L’acconto “storico” rappresenta il metodo ordinario (90% dell’imposta sostitutiva dovuta per l’anno precedente), ma il datore può optare per il metodo previsionale se ritiene che l’imposta dell’anno corrente sarà inferiore. Tuttavia, il saldo resta obbligatoriamente calcolato con il metodo storico.

È corretto applicare la rivalutazione anche sul TFR maturato nell’anno?

No. La rivalsa si applica solo sul TFR già accantonato all’inizio dell’anno. La quota maturata nell’anno si limita ad aumentare il fondo ma non è soggetta a rivalutazione nel medesimo esercizio. La prima rivalutazione avverrà dall’anno successivo.

 

Caso 

Un’azienda presenta al 31/12/2024 un montante TFR pari a € 250.000.
Nel 2025 l’indice FOI aumenta del 4,8%.

Calcolo:

  • Rivalutazione: 1,5% + (75% × 4,8%) = 5,1%
  • Rivalutazione in valore assoluto: 250.000 × 5,1% = € 12.750
  • Imposta sostitutiva: 17% × 12.750 = € 2.167,50
  • Acconto già versato (dicembre 2025): € 1.950
  • Saldo (febbraio 2026): 2.167,50 – 1.950 = € 217,50

 

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