17 novembre 2015

Ammortizzatori sociali: mancano le istruzioni operative

La laconicità normativa sugli ammortizzatori sociali sta mettendo a dura prova le imprese: urge un intervento di prassi dell’INPS

A quasi due mesi di distanza dall’entrata in vigore del D.Lgs. n. 148/2015 (24 settembre 2015), che disciplina i nuovi ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di lavoro, gli operatori del settore, le aziende e i loro consulenti hanno trovato non poche difficoltà nell’applicare la nuova normativa. Gli attori, infatti, hanno dovuto fare i conti con i primi adempimenti operativi ma senza istruzioni operative.


A denunciare la laconicità normativa è stato il Presidente della Fondazione Studi CdL, Rosario De Lucale imprese edili e lapidee del settore artigiano si stanno infatti ancora chiedendo se l’anzianità di effettivo lavoro di 90 giorni del lavoratore è requisito essenziale per il trattamento ordinario di cassa integrazione salariale per eventi oggettivamente non evitabili – intemperie stagionali ad esempio – attestato che la norma, all’art. 1 c. 2, evidenzi che non è richiesto solo nel settore industriale”.


Gli ostacoli – Sul punto, i CdL evidenziano come il tenore letterale della norma comporti un diverso trattamento, a parità di situazione, per i lavoratori dipendenti del settore artigianale per i quali occorre un ulteriore requisito, non richiesto nella previgente disposizione normativa, per l’accesso alla prestazione di sostegno rispetto invece ai dipendenti del settore industriale. Ma non è finita qui. L’attuale normativa non chiarisce, per quanto riguarda il trattamento ordinario, se un nuovo evento, richiesto dopo il 24 settembre, rientri nel computo del “vecchio” o del “nuovo” limite delle 52 settimane di intervento nel biennio.


A tal proposito i CdL suppongono che, essendo stata abrogata la vecchia disciplina e non essendo stato previsto un periodo transitorio, dalla data di entrata in vigore del D.Lgs. n.148/2015 ricominci a decorrere un nuovo contatore delle settimane di CIGO.


Con riferimento al criterio di computo delle settimane, ancora non vi è stato alcun chiarimento da parte dell’INPS, come avvenne nel 2009 per determinare se la settimana integrabile sia computabile a giorni. Anche in questo caso, se non si ritenesse applicabile alla novella normativa la previgente interpretazione, i CdL spiegano che saremmo in un’evidente condizione peggiorativa in quanto porterebbe ad un’ulteriore stretta sull’utilizzo di uno degli ammortizzatori sociali che più è stato utilizzato in questi anni di crisi.




Pertanto, concludono i CdL, è assolutamente necessario che l’INPS emani una circolare esplicativa per porre rimedio ai dubbi interpretativi sorti durante questo primo periodo transitorio tra la vecchia e la nuova disciplina.

 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
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