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Premessa – L’apprendistato, che dovrebbe diventare lo strumento principale per il rilancio dell’occupazione giovanile – così come definito più volte dallo stesso ministro del welfare Elsa Fornero - rischia in realtà di rimanere bloccato a causa della cattiva gestione dello stesso a livello aziendale. Infatti, parecchi operatori non hanno ancora ben compreso come deve essere utilizzato il nuovo sistema di regole applicabili all'apprendistato; ciò nonostante il T.U. dell’apprendistato (D.Lgs. n. 167/2011) parli proprio di semplicità delle regole. Molti sono gli errori riscontrabili nei diversi contratti d’apprendistato, che riportiamo di seguito.
Vecchi riferimenti – Innanzitutto, si segnala spesso il riferimento alle vecchie regole della Riforma Biagi (D.Lgs. n. 167/2003) che regolava l’istituto prima dell’entrata in vigore del nuovo T.U. Un problema non da poco se le parti non si limitano soltanto a citare le vecchie norme, ma le utilizzano pure.
Piano formativo – Altro errore è quello riguardante il piano formativo individuale. A volte, infatti, non viene neanche menzionata l’indicazione del percorso formativo, e nei casi migliori quest’ultimo è del tutto scollegato dalle norme del contratto collettivo che regolano la disciplina. Spesso e volentieri, anche il monte orario minimo non viene rispettato.
Qualifica apprendistato – Non da ultimo è il problema riguardante la qualifica acquisita al termine del periodo di apprendistato, che dovrebbe essere ben specificata ed invece anche tale aspetto è spesso poco chiaro.
Le istruzioni – Per evitare di incappare in uno dei suddetti errori è necessario attenersi alle seguenti regole: indicare le mansioni che l’apprendista deve svolgere; definire il trattamento economico; concordare l'orario e la sede di lavoro; specificare il CCNL applicabile al rapporto di lavoro; individuare la tipologia di apprendistato utilizzata. Per quanto concerne, invece, il piano formativo allegato al contratto bisogna: indicare il nome e la qualifica del tutor; specificare le competenze e le esperienze pregresse del lavoratore; definire il monte ore annuo e le modalità di svolgimento del percorso formativo; stabilire i contenuti del percorso formativo; individuare le modalità di certificazione della formazione e di rilascio della qualifica.