Premessa – A distanza di poco più di 3 mesi dal via al bonus assunzioni under30, introdotto dal decreto Giovannini (L. n. 99/2013), le risorse impegnate ammontano circa a 92 milioni di euro (meno di un quarto delle somme disponibile). In particolare, dal monitoraggio di questo primo trimestre è possibile osservare come nell’ultimo periodo a fronte di circa 17mila richieste, il controvalore impegnato è sceso di colpo a 92,4 milioni di euro; infatti nei mesi precedenti, esattamente dopo una settimana dall’entrata in regime dell’incentivo (avvenuto il 1° ottobre 2013), l’INPS aveva ricevuto 9.550 richieste, per un controvalore di 105 milioni di euro, e dopo due settimana è stato raggiunto quota 11mila richieste per un valore di oltre 120 milioni di euro.
Bonus assunzioni – In particolare, stiamo parlando dell’incentivo introdotto dal D.L. lavoro L. n. 76/2013), convertito nella L. n. 99/2013, rivolto ai datori di lavoro che assumono giovani under30 (compresi fra i 18 e i 29 anni) che abbiano alternativamente una delle seguenti caratteristiche: siano privi di impiego regolarmente retribuito da almeno 6 mesi; siano privi di un diploma di scuola media superiore o professionale. Restano, invece, esclusi dall’agevolazione in commento le assunzioni per lavoro domestico.
Importo e durata - Passando all’importo dell’incentivo, si afferma che esso consiste in un contributo pari a 1/3 della retribuzione mensile lorda imponibile ai fini previdenziali, per un periodo di 18 mesi (12 mesi in caso di stabilizzazioni), ed è corrisposto al datore di lavoro unicamente mediante conguaglio nelle denunce contributive mensili del periodo di riferimento, a eccezione delle regole vigenti in agricoltura. Il valore mensile dell’incentivo non può comunque superare l’importo di 650 euro per ogni lavoratore assunto.
Il monitoraggio – Al crescere delle domande pervenute all’INPS, diminuiscono gli importi prenotati. È questa sostanzialmente la situazione che si è venuta creare nell’ultimo mese. L’anomalia è imputabile probabilmente al fatto che l’INPS, nelle prime due settimane di aperura all’incentivo, aveva attribuito a ogni richiesta il valore medio di circa 11mila euro. Successivamente, però, si è riscontrato che il valore medio è sensibilmente inferiore e oggi corrisponde a circa 5.500 euro. Di questo passo i 794 milioni stanziati nel periodo “2013-2016” potrebbero consentire di abbattere il costo del lavoro non per 100mila assunzioni, bensì per 200mila. Quanto alla ripartizione dei fondi su base territoriale, è possibile osservare che in Lombardia le risorse sono già terminate, mentre in molte altre regioni non si arriva nemmeno al 20%.
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