13 febbraio 2013

C.d.L. Così la Riforma Fornero non va!

Elencate tutte le criticità di una Riforma del Lavoro che al momento introduce più ostacoli che benefici
Autore: Redazione Fiscal Focus

Premessa – Assunzioni bloccate, scelte limitate per i datori di lavoro, eccessivo costo del lavoro. Sono soltanto alcuni aspetti che contribuiscono a implementare in maniera considerevole la disoccupazione italiana che ha raggiunto ormai livelli record. Infatti, poco e male è stato fatto in merito con la Riforma del Lavoro (L. n. 92/2012), in quanto non si tiene conto delle reali esigenze dei datori di lavoro, come testimoniano d’altronde gli ultimi riscontri avuti dai C.d.L. con la proprio clientela. A confermare la posizione della Categoria è intervenuto direttamente Rosario De Luca, presidente della Fondazione Studi C.d.L.: “un elenco di criticità che fanno diventare illusoria la crescita dell'occupazione e che confermano la tendenza alla chiusura delle aziende. Il costo del lavoro è una delle componenti più gravose della gestione aziendale ed è miope, oltre che autolesionista, continuare ad ignorarlo. I danni sono sotto gli occhi di tutti, bloccando sviluppo e occupazione. Noi consulenti del lavoro, che gestiamo mensilmente nei nostri studi le posizioni di 7 milioni di lavoratori, segnaliamo da tantissimo tempo questa criticità strutturale ma i utilmente; le attenzioni sono sempre rivolte ad altri problemi". A evidenziare tutte le criticità sono gli esperti della Fondazione Studi C.d.L. nella prima circolare del 2013, analizzando gli ostacoli che si frappongono a un pieno sviluppo dell’occupazione con particolare attenzione alle norme introdotte dalla Riforma Fornero (L. n. 92/2012). Evidenziamo i principali nodi rilevati dai C.d.L.

Mancato sgravio di mobilità – Innanzitutto viene evidenziata la mancata proroga delle norme che concedono gli sgravi all'assunzione di lavoratori iscritti nelle liste di mobilità. Questo si traduce nel blocco degli incentivi e, conseguentemente, dell’occupazione. Infatti, nella Legge di Stabilità per il 2013 non è stata inserita la proroga annuale alla previsione contenuta nell’art. 4 della L. n. 236/1993 che consente ai lavoratori licenziati in forma individuale di essere iscritti nelle liste della “piccola mobilità” e nemmeno allo stanziamento necessario a finanziare gli incentivi per l’assunzione dei lavoratori iscritti in tali liste. Ne consegue che gli incentivi per l’assunzione dei lavoratori iscritti nelle liste di mobilità, a seguito di licenziamento individuale rimangono attualmente applicabili alle assunzioni, proroghe e trasformazioni effettuate entro il 31 dicembre 2012.

Licenziamenti a pagamento – Altro inspiegabile onere a carico dei datori di lavoro, che hanno alle proprie dipendenze lavoratori assunti con contratto a tempo indeterminato, è il c.d. “ticket per i licenziamenti”, dovuto per motivi diversi dalle dimissioni. Il contributo da versare ammonta al 41% del massimale mensile. Tale modifica ha di fatto aggravato il costo aziendale: infatti, pur utilizzando un’aliquota più bassa, la stessa va calcolata su un imponibile spesso ben più alto rispetto al precedente. Ma non solo: i C.d.L. evidenziano come il contributo deve essere versato anche in riferimento a quei lavoratori che, pur avendone diritto in teoria, non possiedono, all’atto del licenziamento, i requisiti contributivi previsti per accedere agli ammortizzatori sociali, finendo per essere una sorta di contributo di solidarietà.

Contributo addizionale - Dal 1° gennaio 2013, inoltre, i datori di lavoro dovranno far fronte – sia per i contratti di nuova stipula sia (stante la mancata puntualizzazione legale) anche per i rapporti già in essere – a un contributo aggiuntivo dell’1,4% che andrà a colpire tutti i rapporti di lavoro non a tempo indeterminato.

Contributo per apprendisti – Quanto agli apprendisti, il contributo dal 1° gennaio 2013 aumenta nella misura dell’1,61%. La nuova misura si applicherà a tutti gli apprendisti compresi quelli assunti a partire dal 1° gennaio 2012 per i quali era stato previsto lo sgravio totale dei contributi; per tali ultimi soggetti quindi l’azienda dovrà comunque sostenere un costo pari all’1,61% della retribuzione imponibile.

Assunzione donne non incentivate - È in fase di stallo invece l’agevolazione contributiva del 50% in caso di assunzione di donne, in quanto mancano gli appositi decreti che dovranno stabilire i territori di residenza “agevolabili”, nonché il concetto di “impiego non regolarmente retribuito”.

Aumento aliquota gestione separata – Infine, si segnala l’incremento – a partire dal 1° gennaio 2013 - dell’aliquota della gestione separata riferita ai titolari di altra posizione previdenziale obbligatoria, che passa dal 18% al 20%. Mentre dal prossimo anno anche l’aliquota ordinaria della gestione separata subirà un incremento dall’attuale 27,72% al 28,72%.

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