Premessa – Più spazio ai contratti a termine. È questo, in sostanza, il messaggio che trapela dalle misure adottate dal Governo Renzi in merito al contratto a termine. Infatti, con l’entrata in vigore del Jobs act il datore di lavoro potrà “sempre” instaurare rapporti di lavoro a tempo determinato senza causale, nel limite di durata di 36 mesi (3 anni). Di conseguenza, viene superata la precedente disciplina della riforma Fornero (L. n. 92/2012) che limitava tale possibilità solo al primo rapporto di lavoro a tempo determinato. Inoltre, la possibilità di prorogare un contratto di lavoro a termine in corso di svolgimento è sempre ammessa, fino ad un massimo di 8 volte nei trentasei mesi. A tal fine, però, è necessario che le proroghe si riferiscano alla stessa attività lavorativa per la quale il contratto è stato inizialmente stipulato. Questi e altri chiarimenti sono stati forniti direttamente dal Ministero del Lavoro mediante un comunicato stampa, diffuso a causa dei dubbi e perplessità sollevati sull'efficacia e la reale innovatività dei provvedimenti che s’intendono adottare.
Limite di assunzione – Contratti a termine sì, ma fino a un certo punto. Infatti, il Jobs act introduce il limite del 20% di contratti a termine che ciascun datore di lavoro può stipulare rispetto al proprio organico complessivo. Tale limite vale sia come limite massimo e minimo. Il 20% dell’organico aziendale, in realtà costituisce il quorum (numerico) di rapporti a termine che l’azienda può instaurare, a prescindere dal motivo. La novità fa salvo quanto disposto dall'art. 10, comma 7, del D.Lgs. 368/2001, che da un lato lascia alla contrattazione collettiva la possibilità di modificare tale limite quantitativo e, dall'altro, tiene conto delle esigenze connesse alle sostituzioni e alla stagionalità. Pertanto, i sindacati continueranno ad avere la facoltà di fissare eventuali limiti massimi ai rapporti a termine aziendali.
Aziende più piccole – Per quanto concerne le realtà imprenditoriali più piccole, il Ministero del Lavoro conferma per le imprese che occupano fino a 5 dipendenti la possibilità di poter comunque stipulare un contratto a termine. In realtà, ciò conferma che le assunzioni a termine vengono vincolate numericamente: infatti, le aziende con organico fino a 5 dipendenti potranno avere un solo rapporto a termine; quelli da 6 a 12 dipendenti due; mentre quelli con organico maggiore il 20%.
Resta lo stop&go – Infine, come si legge dal comunicato stampa, “con questi interventi, il governo ha inteso offrire la risposta ritenuta più efficace alle attuali esigenze del contesto occupazionale e produttivo del Paese”. In ogni caso, conclude il Ministero del Lavoro, “si tratta di misure sulle quali il Parlamento sarà chiamato a pronunciarsi fin dai prossimi giorni e potrà fornire spunti e proposte per un loro eventuale miglioramento”.
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