Il Ddl lavoro autonomo, che da mesi ormai è all’esame della Commissione Lavoro del Senato, continua ad accogliere suggerimenti e pareri per migliorare il testo definitivo, che dovrà rispondere all’esigenza primaria di offrire un trattamento paritario fra la sfera dei lavoratori del settore pubblico e autonomo. Ultimo intervento in senso cronologico è quello di Confprofessioni, ed in particolare del Presidente Gaetano Stella, il quale durante un incontro con il Presidente della Commissione Lavoro del Senato, Maurizio Sacconi, ha fatto sapere di voler intervenire in particolar modo su tre aspetti rilevanti che investono il comparto delle libere professioni, ossia:
- deducibilità dei contributi versati per l'assistenza sanitaria integrativa;
- estensione del contratto di rete ai liberi professionisti;
- apertura alle società di capitale tra professionisti.
Secondo il presidente Gaetano Stella, le modifiche appena elencate vanno verso un’ottica di “
universalità delle tutele dei lavoratori autonomi “, fornendo, al tempo stesso, “
strumenti idonei in grado di stimolare la competitività del settore professionale”. Un provvedimento, questo, nel quale crede profondamente il Presidente Stella in quanto “
rappresenta una straordinaria occasione per il rilancio del comparto professionale, dopo una lunga stagione segnata da misure fiscali sfavorevoli e da provvedimenti di riforma complessi e spesso punitivi”.
Le proposte - Entrando nello specifico del Jobs act degli autonomi, il presidente di Confprofessioni ha sottolineato la necessità di “
includere i liberi professionisti nel sistema del contratto di rete per dotare la categoria di uno strumento agile e dinamico, utile soprattutto per intercettare le occasioni dischiuse dall’apertura ai bandi europei e nazionali”. E in tale direzione va anche un emendamento del relatore Sacconi, al quale Confprofessioni ha manifestato il pieno appoggio.
Allo stesso modo, Stella ha ricordato l’esigenza di
coinvolgere le associazioni delle professioni ordinistiche tra i soggetti che possono stipulare convenzioni con gli sportelli del lavoro autonomo che verranno costituiti nell’ambito dei centri per l’impiego.
Un'altra proposta lanciata da Confprofessioni è quella che prevede la
deducibilità nel limite di 250 euro annui, dei contributi volontari versati a favore degli enti bilaterali previsti dal Ccnl di settore o altre forme mutualistiche che erogano prestazioni di assistenza sanitaria.
Piena sintonia tra Sacconi e Stella anche sulla necessità di una vera semplificazione per gli studi professionali.
Rimanendo sempre in ambito fiscale, Confprofessioni sottolinea poi la necessità di integrare negli oneri sostenuti dai lavoratori autonomi per la formazione (deducibili integralmente entro i 10 mila euro) anche le
spese di viaggio e di trasporto collegate alla partecipazione di eventi formativi.
Sacconi ha posto l'accento sul tema della sussidiarietà e della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Temi che trovano l'appoggio di Confprofessioni che, tuttavia, auspica un coinvolgimento delle rappresentanze del mondo professionale nella fase di attuazione degli interventi da parte del Governo.