18 gennaio 2016

Dimissioni volontarie: dov’è la semplificazione?

Breve riflessione sulla nuova procedura per rendere le dimissioni volontarie e risoluzione consensuale del rapporto di lavoro

Autore: DANIELE BONADDIO

Un mostro burocratico” e “adempimento inutile”. In questi termini si è espresso in un’intervista il presidente della Fondazione Studi, Rosario De Luca, rivolgendosi alle nuovaprocedura di comunicazione delle dimissioni volontarie e della risoluzione consensuale del rapporto di lavoro che – a decorrere dal 12 marzo 2016 – incomberà su imprese e lavoratori. Un adempimento, questo, che – oltre alla residualità del fenomeno (la Fondazione Studi CdL stima un utilizzo attorno al 3-4%) va evidentemente nella direzione contraria alla semplificazione normativa. Se poi si pensa che il provvedimento è contenuto in un Decreto Legislativo che ha come titolo “Disposizioni di razionalizzazione e semplificazione delle procedure e degli adempimenti a carico di cittadini e imprese e altre disposizioni in materia di rapporto di lavoro e pari opportunità, in attuazione della Legge 10 dicembre 2014, n. 183” (D.Lgs. n. 151/2015), c’è evidentemente qualcosa che non torna. Ebbene sì, perché il recente Decreto Ministeriale (Lavoro) 15 dicembre 2015 – che attua quanto contenutonell’art. 24 del menzionato decreto legislativo, prevede una procedura contorta e farraginosa per compilare e consegnare il nuovo modello al datore di lavoro e alla Direzione territoriale del lavoro competente. Infatti, nelle modalità tecniche del D.M. - entrato in vigore dal giorno successivo (12 gennaio 2016) – è previsto che un lavoratore per dimettersi dovrà entrare in possesso di ben due codici online (cliclavoro e INPS). Quindi, in termini pratici cos’è che il lavoratore deve fare? Innanzitutto, deve registrarsi sia sul sito “cliclavoro.gov.it” ed avere un user ed una password di accesso sia sul sito dell’INPS ed avere un Pin personale (operazione, quest’ultima, sicuramente non semplicissima considerato che dopo la registrazione, parte della password di accesso viene ricevuta, da chi si iscrive, per posta raccomandata il che comporta l’attesa di qualche giorno). Dopodiché bisogna compilare un modello telematico (disponibile sul sito del Ministero del Lavoro) con i propri dati, i dati del datore di lavoro (tra i quali il codice fiscale) ed i dati del rapporto di lavoro. Infine occorre inviare il tutto al sistema informatico SMV, il quale fornisce il codice alfanumerico attestante il giorno e l’ora in cui il modulo è stato trasmesso dal lavoratore.


È chiaro che chi non è molto predisposto all’utilizzo di strumenti informatici troverà non poche difficoltà nel suddetto meccanismo. Tuttavia, è possibile percorre una strada alternativa che, a parere di chi scrive, è senza dubbio quella che verrà utilizzata maggiormente.È possibile, infatti, affidare le pratiche per la compilazione e successivo invio direttamente ai soggetti abilitati (patronati, organizzazione sindacale, ente bilaterale e commissioni di certificazione di cui all’art. 76 del D.Lgs. n. 276/2003), prescindendo dal possesso dei suddetti codici di accesso. I soggetti abilitati, in particolare, sono tenuti a utilizzare la propria utenza ClicLavoro per accedere alle funzionalità e quindi assumersi la responsabilità dell’accertamento dell’identità del lavoratore che richiede la trasmissione del modulo attraverso la firma digitale del file PDF prodotto con i dati comunicati per le dimissioni/risoluzione consensuale e per la loro revoca e il salvataggio di questo nel sistema informatico SMV.


Altra perplessità concerne la composizione del modulo di dimissioni/risoluzione consensuale che si presenta in maniera “standard”, con l’impossibilità di poter utilizzare altro mezzo. Ma la Riforma Fornero (art. 4, co. 17 della L. n. 92/2012) non prevedeva una semplice “convalida effettuata presso la Direzione territoriale del lavoro o il Centro per l'impiego territorialmente competenti, ovvero presso le sedi individuate dai contratti collettivi nazionali stipulati dalle organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative a livello nazionale”. Con la nuova procedura, a parere di chi scrive, si è reso meno flessibile tale adempimento che soggiace ad un’unica procedura telematica per presentare le dimissioni volontarie o risoluzioni consensuali.



Insomma, se si pensa di poter produrre e stare al passo delle “grandi d’Europa” in un Paese dove la burocrazia la fa da padrona, siamo senza dubbio sulla strada sbagliata.

 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
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