Premessa – Siamo alle solite. Martedì scorso 19 giugno, presso il Palazzo Madama, il ministro del Welfare, Elsa Fornero, è tornata a parlare di esodati alimentando l’ennesimo caos di cifre e polemiche delle ultime settimane, tant’è che si parla ormai di “balletti” di numeri visto la famosa discordanza fra i dati forniti dall’INPS e quelli del Ministero del Lavoro. Infatti, la Fornero ha annunciato la salvaguardia per altri 55.000 lavoratori (meno urgenti rispetto a quelli già salvaguardati dal recente decreto), facendo di conseguenza lievitare la platea a 120.000 unità. Tuttavia, una cosa è certa per il ministro del Lavoro: non si tratta assolutamente di 390.000 persone come recitava il documento diffuso nei giorni scorsi dall’INPS, che ha accesso poi qualche scintilla fra i vertici dell’Istituto e l’esecutivo. Dati quelli forniti dall’INPS che la Fornero giudica “parziali e fuorvianti”. Intanto, arrivano duri attacchi anche sull’altro fronte caldo che sta tenendo banco da qualche mese a questo parte: la riforma del lavoro, definita dal presidente di Confindustria “una boiata”.
Esodati – Nel difendere a tutti costi l’operato svolto finora, la Fornero precisa che il decreto ha tenuto conto solo dei lavoratori con maggiore rischio di trovarsi senza reddito né pensione, vale a dire quelli che con il vecchio sistema avrebbero maturato i requisiti nei prossimi due anni, entro dicembre 2013. Per gli altri “la non imminenza del problema e l'assenza di risorse finanziarie immediatamente reperibili - ha spiegato il ministro - hanno indotto a ritenere che si sarebbe potuto affrontare il problema nei prossimi mesi con uno specifico intervento normativo". Questa nuova platea di esodati è quantificabili secondo la Fornero, con un margine di errore, in circa 55.000 soggetti, di cui 40.000 formati da lavoratori in mobilità.
Il problema – Il motivo della discordanza dei dati forniti dal M.L.P.S e dell’INPS nasce dal fatto che quest’ultimo ha incluso nel calcolo anche i 180.000 dipendenti che hanno cessato l’attività lavorativa tra il 2009 e il 2011: di questi, nessuno sa dire quanti abbiano davvero contratto un’uscita agevolata con le vecchie regole. Entro il 2014, però, nessuno di loro rischierebbe di rimanere senza assegno previdenziale, sostengono al Ministero.
La soluzione - A questo punto occorre chiedersi quali soluzioni il ministro del Lavoro ha in cantiere per questi 55.000 lavoratori. Le ipotesi per la Fornero sono molteplici. Si va dall’applicazione del contributivo pieno alla platea maschile, oltre a quella femminile, a una deroga alla nuova disciplina pensionistica.
Fondazione Studi C.d.L. – Oltre ai sindacati, la questione ha interessato anche la Fondazione Studi C.d.L., che stima attorno ai 39.000 euro cadauno, il costo previdenziale complessivo dovuto per la nuova ondata di esodati scoperti dall’INPS (12 miliardi e 675 mila euro complessivi). A darne conferma delle suddette cifre è lo stesso presidente dei C.d.L., Marina Calderone, schierandosi quindi dalla parte dell’INPS. “Se alla platea dei 390 mila potenziali esodati saranno applicati gli stessi criteri dei 65 mila finora riconosciuti, lo Stato dovrà sostenere una spesa non inferiore a 12 miliardi nei prossimi due anni”, afferma Marina Calderone.
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