Con 166 voti favorevoli, 112 contrari e 1 astenuto, il Senato ha approvato in via definitiva il DDL n. 1428-B recante "Deleghe al Governo in materia di riforma degli ammortizzatori sociali, dei servizi per il lavoro e delle politiche attive, nonché in materia di riordino della disciplina dei rapporti di lavoro e dell'attività ispettiva e di tutela e conciliazione delle esigenze di cura, di vita e di lavoro", più conosciuto come “Job act”, sul quale il Governo aveva posto la questione di fiducia.
Con l’approvazione definitiva del Senato, la delega al Governo per la riforma del lavoro è Legge.
Le riforme alle porte - Intense riforme, quindi, vedranno prossimamente la luce, con i decreti delegati che il Governo è chiamato a emanare: dalle modifiche dell’articolo 18, all’estensione degli ammortizzatori sociali, senza dimenticare l’introduzione del contratto a tutele crescenti e lo stop alle collaborazioni coordinative e continuative.
I primi decreti si attendono già per dicembre, primo fra tutti il contratto a tutele crescenti.
È alle porte, quindi, il c.d. “contratto a tutele crescenti”: le tutele saranno crescenti in relazione all’anzianità di servizio per i neoassunti.
Sarà questa la modalità normale di assunzione, lasciando da parte le altre numerosissime forme alternative di contratto.
È tuttavia sulle modifiche dell’articolo 18 che si sono accese le più vive proteste.
Il reintegro sul posto di lavoro sarà infatti possibile solo in caso di licenziamento nullo e discriminatorio e a particolari fattispecie di licenziamenti disciplinari.
Per il licenziamento per motivi economici per esigenze aziendali, invece, nessun reintegro, ma soltanto un indennizzo economico.
Riforme attese anche per la cassa integrazione e l’Aspi.
La Cig non sarà più accessibile alle imprese che hanno già cessato definitivamente la loro attività aziendale, ma, soprattutto l’obiettivo è quello di ridurre le aliquote di contribuzione ordinaria, rimodulandole tra i vari settori.
Per le persone in situazione di disagio economico all’Aspi seguirà una nuova prestazione che potrà essere presto introdotta.
In altri casi, invece, la durata massima dell’Aspi (pari a 18 mesi) potrà essere allungata in funzione della pregressa storia contributiva del lavoratore.
Novità anche per il passaggio dei lavoratori da una mansione all'altra, che diventa più semplice, con la possibilità di demansionamento.
Modifiche infine per la disciplina dei controlli a distanza, con l’introduzione di nuove norme volte a consentire il controllo di impianti e strumenti di lavoro.
Un corposo pacchetto di riforme, quindi, che dovrebbero vedere la luce molto presto.
La legge e i decreti delegati entreranno infatti in vigore il giorno dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
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