18 settembre 2014

Jobs act. Si punta sul contratto a tutele crescenti

Presentato ieri l’emendamento al Jobs act che riscrive l’art. 4 della delega sul lavoro. Si attende in mattinata l’ok dalla Commissione Lavoro

Autore: Redazione Fiscal Focus
Premessa – Spazio al “contratto a tutele crescenti” per le nuove assunzioni. Infatti, è stata presentata ieri la proposta di modifica la quale stabilisce che le nuove assunzioni saranno effettuate con un contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti in relazione all’anzianità di servizio. L’obiettivo è quello di far diventare tale contratto la formazione principale di inserimento nel mondo del lavoro per il tempo indeterminato. Si apre così realmente la strada al superamento dell’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori nella fase iniziale del rapporto di lavoro, per poi introdurre “a crescere” le garanzie per il lavoratore. Intanto, il testo dell'emendamento sarà votato stamattina in Commissione Lavoro dopo il parere della commissione Bilancio, per poi approdare in aula come previsto tra martedì e mercoledì della prossima settimana, essere licenziato entro settembre da palazzo Madama e passare alla Camera.

Il provvedimento – L’obiettivo primario è quello di riordinare e sfoltire i numerosi contratti di lavoro attualmente vigenti, in modo tale da fare diventare quello a tutele crescenti il contratto principe per le nuove assunzioni a tempo indeterminato. Cosa cambierà quindi se passerà la nuova forma contrattuale? In sostanza, chi avrà un contratto a tempo indeterminato, sia giovane sia riassunto, non avrà da subito le stesse tutele garantite dagli attuali contratti stabili, ma le otterrà gradualmente. Tuttavia, lo stop dell’art. 18 non durerebbe poco, in quanto potrebbe protrarsi anche per 3 anni; in compenso però il lavoratore avrebbe immediatamente accesso alla Naspi, il sussidio di disoccupazione che il governo introdurrà con la riforma del mercato del lavoro. L'entità del sussidio sarà per tutti nell'ordine dei 1.100-1.200 euro mensili all'inizio del periodo di copertura per poi calare fino a 700 euro. Le coperture sarebbero garantite dalla riforma di tutti gli ammortizzatori sociali.

Le reazioni - Piena soddisfazione per la proposta di modifica presentata è stata manifestata dal relatore del provvedimento, Maurizio Sacconi, il quale, nell’affermare l’intenzione di introdurre il contratto “a tempo indeterminato” a tutele crescenti per le nuove assunzioni, spiega che dovrebbe trovare spazio un "indennizzo proporzionato all'anzianità, ma non il reintegro" previsto dall'attuale Statuto dei Lavoratori. Provvedimento, questo, che non mette proprio tutti d’accordo, con i sindacati in prima fila a valutare eventuali mobilitazioni se verranno apportate sostanziali modifiche all’art. 18.

Controlli a distanza e disciplina mansioni – Oltre al contratto a tutele crescenti, nell'emendamento alla delega sul lavoro trovano spazio anche: demansionamenti e controlli a distanza. Il testo prevede che nell'esercizio della delega attraverso i decreti delegati, l'esecutivo disponga la revisione della disciplina delle mansioni (articolo 13 Statuto lavoratori) “contemperando l'interesse dell'impresa all'utile impiego del personale in caso di processi di riorganizzazione, ristrutturazione o conversione aziendale con l'interesse del lavoratore alla tutela del posto di lavoro, della professionalità e delle condizioni di vita, prevedendo limiti alla modifica dell'inquadramento”. Il governo avrà anche il compito di rivedere la disciplina dei controlli a distanza (articolo 4 Statuto), “tenendo conto dell'evoluzione tecnologica e contemperando le esigenze produttive ed organizzative dell'impresa con la tutela della dignità e della riservatezza del lavoratore”.
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