3 agosto 2011

La riforma dell’apprendistato incassa il via libera definitivo del Governo

Le novità saranno operative entro sei mesi

Autore: Redazione Fiscal Focus

Approvata la riforma dell'apprendistato - Con comunicato del 28 luglio 2011, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali rende nota l’approvazione definitiva del nuovo Testo Unico sull’apprendistato.
L’apprendistato, strumento contrattuale finalizzato alla formazione e all'occupazione dei giovani con meno di 29 anni, permette tanto di ottenere un diploma e di imparare un mestiere, quanto di svolgere un praticantato professionale per l'accesso alle professioni regolamentate.
Il testo varato dal Consiglio dei Ministri il 28 luglio 2011, frutto di un'intesa fra esecutivo-regioni e parti sociali,licenziato dal Parlamento in due giorni, è un contratto stabile, perché «se nessuna delle parti esercita la facoltà di recesso, al termine del periodo di formazione, il rapporto prosegue come ordinario rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato».

Obiettivo della riforma - La riforma mira a fornire ai giovani un canale tipico di ingresso nel mondo del lavoro, stabilendo anche la garanzia e di garantire ai lavoratori e alle imprese una maggiore fruibilità di tale strumento contrattuale attraverso la semplificazione della materia e l’omogeneizzazione della disciplina sull’intero territorio nazionale.

Applicazione uniforme sul territorio nazionale - In soli sette articoli di legge, presentati nella forma del Testo Unico, viene racchiusa l'intera regolamentazione della materia. L’applicazione uniforme su tutto il territorio nazionale dell’apprendistato viene garantita attraverso la piena valorizzazione della contrattazione collettiva nazionale di settore, a cui farà seguito il graduale e completo superamento delle attuali regolamentazioni di livello regionale.

Regime transitorio - Il regime transitorio è destinato a durare non più di sei mesi, dopo di che troveranno applicazione integralmente le nuove disposizioni adattate settore per settore dalla contrattazione collettiva. Unica eccezione è il settore pubblico per il quale si dovrà attendere un decreto di “armonizzazione”.

Così l’apprendistato - Tra le novità, si rileva l'estensione dell’apprendistato di alta formazione, utilizzabile ora anche ai fini del praticantato e per la selezione di giovani ricercatori da inserire in impresa; ulteriore aspetto innovativo è l’utilizzo dell’apprendistato di primo livello non solo per i minorenni ma anche per gli under 25 con la possibilità di conseguire in ambiente di lavoro una qualifica triennale o un diploma professionale quadriennale rilasciati dalle Regioni.

Le ipotesi di apprendistato - Il testo disciplina ora quattro ipotesi di apprendistato:
1. apprendistato per la qualifica e il diploma professionale per gli under 25 con la possibilità di acquisire un titolo di studio in ambiente di lavoro;
2. apprendistato di mestiere per i giovani tra i 18 e i 29 anni che potranno apprendere un mestiere o una professione in ambiente di lavoro;
3. apprendistato di alta formazione e ricerca per conseguire titoli di studio specialistici, universitari e post-universitari e per la formazione di giovani ricercatori per il settore privato;
4. apprendistato per la riqualificazione di lavoratori in mobilità espulsi da processi produttivi.

Ministro del Lavoro Sacconi - Soddisfatto il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, che ha evidenziato come la nuova disciplina (rispetto alla legge Biagi) presenti l’apprendistato come di un rapporto di lavoro «a tempo indeterminato» perché, ha spiegato, “nel silenzio delle parti prosegue indefinitivamente oltre il momento del contenuto formativo”. A settembre, ha aggiunto Sacconi, “mi aspetto di trovare un'intesa con Regioni e sindacati» anche sulle linee guida per contenere l'uso dei tirocini che “hanno cannibalizzato l'apprendistato» e di arrivare pure «a un avviso comune con le parti sociali su collaborazioni e partite Iva a mono-committenza”.

Le altre opinioni - La riforma dell'apprendistato è «un passo avanti» rispetto alla normativa precedente, ha sottolineato dal Pd Cesare Damiano: “Ma vanno chiarite alcune criticità come per esempio la sorte dei lavoratori in mobilità assunti come apprendisti”. Per Fulvio Fammoni della Cgil il sì all'apprendistato “è un risultato importante delle parti sociali che hanno costretto il Governo a trattare”, mentre per Guglielmo Loy della Uil la riforma «è un primo fondamentale paletto per un mercato del lavoro più regolato e sicuro». E “a vantaggio dei giovani”, evidenzia Giorgio Santini della Cisl.

La rivisitazione della formazione - L'approvazione del testo rappresenta una tappa significativa del processo di rivisitazione della formazione avviato con l'intesa Stato-Regioni-Parti sociali del 17 febbraio 2010, in attesa che poi a settembre Governo, Regioni e parti sociali procedano alla parallela rivisitazione dei tirocini formativi e di orientamento, in modo da prevenirne gli abusi e valorizzarne le potenzialità quale primo canale di contatto dei giovani col mondo del lavoro.

 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
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