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Premessa – Formazione, costi e semplificazione delle regole. Sono questi, in sostanza, i punti principali su cui il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, intende intervenire per dare ancora più risalto dal contratto d’apprendistato, recentemente incentivato dalla Riforma Fornero (L. n. 92/2012). In ambito europeo il punto di riferimento è la Germania, dove i contratti di apprendistato crescono del 12% all’anno. In tal contesto, anche se l’Italia è ancora ben lontana dalla realtà tedesca, gli ultimi dati fanno ben sperare; infatti, nell’ultimo trimestre 2012 è stato registrato un +5,2% rispetto a quello precedente. Vediamo nel dettaglio i possibili interventi in merito.
Ridurre i costi – Sul fronte della riduzione dei costi del lavoro, i sindacati chiedono essenzialmente due cose: allargare lo sgravio contributivo totale anche alle imprese con più di 10 dipendenti e rivedere l’aumento del contributi addizionale dell’1,61%, introdotto dalla Riforma del Lavoro, che serve per finanziare l’ASpI. Su quest’ultimo punto, infatti, il direttore delle relazioni sindacali di Confartigianato, Riccardo Giovani, fa notare che “dopo la riforma per gli apprendisti assunti nell'artigianato si versa il contributo Aspi dell'1,61%, mentre per gli altri lavoratori il contributo è dello 0,70%. Una penalizzazione tanto più grave per il settore dell'artigianato, che impiega un terzo degli apprendisti”.
Formazione – Altro punto cruciale su cui bisogna intervenire secondo il ministro del Welfare è la formazione. Sul punto, bisognerebbe innanzitutto allineare i percorsi tracciati a livello regionale, poiché esistono apprendistati professionalizzanti dove è richiesto un numero minimo di 120 ore di formazione esterna all'azienda nel triennio, e altre che arrivano a richiedere oltre 900 ore. Inoltre, le imprese chiedono di: riproporzionare le ore di formazione per i contratti part-time e "portare" il maggior numero di ore possibile dalle lezioni in aula al training on the job e ridurre i costi a carico degli studi professionali al fine di un alleggerimento delle ore di formazione esterna, valorizzando quella sul campo.
Altri interventi – Da rivedere è anche il divieto di assumere altri apprendisti in azienda se non si conferma il 30% di quelli già in forze (dal 2015 il 50%). L’auspicio è quello di rimettere alla contrattazione collettiva la facoltà di intervenire su queste soglie. Inoltre, s’intende: realizzare percorsi universitari di alternanza tra studio e lavoro, con un maggior riconoscimento dei crediti per l'attività svolta in azienda e allargare la sperimentazione dell'apprendistato ai percorsi di formazione tecnica superiore e a quelli di Its.