6 ottobre 2011

Retribuzione. Discriminazione fra i sessi

Autore: Redazione Fiscal Focus

Premessa. La busta paga delle donne lavoratrici è sempre più leggera nonostante le mansioni svolte e la qualifica sono prettamente identiche. Il gap che pesa sulla busta paga delle donne è pari al 10-18% rispetto ai colleghi uomini. A tanto ammonta il gap retributivo fra uomini e donne dovuto interamente a fenomeni discriminatori inaccettabili che a causa della crisi economico finanziaria che sta colpendo l’Italia, ha avuto modo di acuirsi ulteriormente, creando una frattura difficile da risanare nel breve periodo. La ricerca è stata condotta dall’Isfol e presentata successivamente al Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro.

I settori. Il gap che va dal 10 al 18% tende a variare in base al settore a cui si fa riferimento. Infatti, esso tende a crescere se si lavora nei servizi alle imprese e in quelli finanziari (dove il gap salariale rispetto ai colleghi uomini arriva rispettivamente al 22,4% e al 26,1%). Per quanto riguarda invece il settore alberghiero, il gap si riduce notevolmente (3,3%); scende ulteriormente se si fa riferimento ai rapporti di lavoro temporanei, il gap in questo caso è pari al 1,2%.

Isfol. La ricerca sul “gender pay gap” (differenziale retributivo di genere) è stata condotta dall’Istituto per lo Sviluppo della Formazione Professionale dei Lavoratori (Isfo), presentato successivamente al Cnel. Al riguardo, il presidente della Commissione Politiche del Lavoro e dei sistemi produttivi del Cnel, Giuseppe Casadio, ha commentato che: “Non è più possibile sprecare una forza lavoro qualificata come quella femminile”. Aggiunge: “Bisogna favorire le politiche di conciliazione lavoro/famiglia”.

La qualifica. Dallo studio, condotto sul salario orario di 10mila lavoratori e lavoratrici dipendenti, emerge un fatto importante, ovvero, il gap retributivo è più elevato tra le donne meno scolarizzate (20%) e si mantiene oltre il 15% per chi possiede la licenza media. Ne soffrono sia le giovanissime (8,3% di penalizzazione retributiva rispetto ai coetanei) che le lavoratrici adulte (12,1%), mentre è più contenuto nella fascia d’età compresa fra i 30-39 anni (3,2%). Volgendo uno sguardo agli operai specializzati, la forbice retributiva è maggiore, pari al 20,6%, mentre per gli impiegati scende al 15,6%. Infine, un’ultima considerazione effettuata dalla ricerca dell’Isfo, e che anche le donne non impiegate in professioni non qualificate risultano essere penalizzate, dove il gap salariale arriva al 17,5%.

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