24 novembre 2015

Riccometro: giù le domande nel Mezzogiorno

Solo per il 46,9% della popolazione il nuovo meccanismo ISEE è più favorevole rispetto al passato: il 16,6% lo reputa indifferente

Autore: REDAZIONE FISCAL FOCUS

Le nuove più pressanti norme introdotte dal 1° gennaio 2015 dalla nuova Riforma ISEE (Dpcm n. 159/2013), porta con sé una conseguenza che facilmente si poteva intuire nei mesi scorsi: ossia, il crollo delle domande di Dsu. Infatti, secondo la prima fotografia scattata dal ministero del Lavoro nel primo semestre sono state presentate 2,2 milioni di richieste, contro i 2,9 milioni nello stesso periodo del 2014 (24% in meno). Richieste dimezzate, invece, nel Mezzogiorno: Campania (-45,6%), Calabria (-42,1%), Puglia (-38,4%) e la Sicilia (-37,5%). Mentre le dichiarazioni con patrimonio nullo passano da quasi il 75% a meno del 20%. Non dimentichiamoci che il nuovo meccanismo, così come è stato riformulato, fa pesare moltissimo la componente patrimoniale, monitorando più da vicino: immobili, libretti, conto correnti, titoli, ecc. Nulla scappa, dunque, al Fisco il quale si avvale di una serie di verifiche automatiche fatte dagli uffici prima di rilasciare la Dsu.



Ma vediamo nel dettaglio i dati recentemente forniti dal ministero del Welfare, che vede l’introduzione del nuovo ISEE da un’altra prospettiva.

“Popolazione ISEE” – Secondo il Ministero di via Veneto, la "popolazione ISEE" è già il 10% di quella complessiva. Si conferma, dunque, la buona capacità del sistema ISEE di assorbimento delle nuove procedure. Si ricorda, infatti, che accanto a un ISEE profondamente riformato, è cambiato anche il modo in cui si richiede l'indicatore. Non più sulla base di informazioni tutte autocertificate, ma con la "post-compilazione" della dichiarazione da parte di INPS mediante rilevazione automatica delle informazioni nei propri archivi e in quelli dell'Agenzia delle entrate. Allo stesso tempo sono stati rafforzati i controlli, in particolare sui conti correnti e sul patrimonio mobiliare in generale. A fronte di tali importanti novità, proseguono le tendenze già osservate nel primo trimestre: i tempi di rilascio dell'attestazione sono sempre più rapidi – ormai si è stabilmente intorno ai quattro giorni, cioè meno di un terzo di quanto previsto dal regolamento ISEE – e gli "errori" nella compilazione sono sempre meno frequenti, tanto da ridursi a giugno a percentuali fisiologiche.

Conseguenze - Quanto all'impatto delle nuove regole sul valore dell'indicatore, trovano conferma in questi primi dati gli obiettivi che erano stati posti al centro della Riforma. In particolare, sulla popolazione nel suo complesso non si osservano particolari variazioni nella distribuzione per classi di ISEE. Gli ordinamenti, però, sono molto cambiati: per quasi due terzi della popolazione il nuovo ISEE è più favorevole (46,9%) o indifferente (16,6%) rispetto al vecchio.
Per il terzo di popolazione per cui il nuovo indicatore è meno favorevole, ciò dipende dai valori patrimoniali: il patrimonio infatti pesa molto di più nel nuovo indicatore, da un ottavo (12,4%) a poco meno di un quinto (18,2%). Per effetto del maggior valore del patrimonio, la media generale aumenta (di circa il 7%), ma comunque la mediana (il valore che separa il 50% più povero da quello più ricco) diminuisce, seppur marginalmente.

L'indicatore inoltre è molto più veritiero; i redditi non sono più autodichiarati, ma rilevati direttamente presso l'anagrafe tributaria (si stima in circa un quarto delle DSU la presenza di sottodichiarazioni nel vecchio ISEE), mentre con riferimento al patrimonio mobiliare (conti correnti e libretti di deposito) l'annuncio del rafforzamento dei controlli ha risultati eclatanti: le DSU con patrimonio mobiliare nullo passano da quasi il 75% a meno del 20%. La tendenza ad una maggiore fedeltà nelle dichiarazioni è ancora più evidente se si osserva il profilo per mese di sottoscrizione delle quote di DSU con patrimonio mobiliare nullo: si passa da quasi metà delle Dsu a gennaio a meno di una su sei a maggio-giugno. Quanto ad alcuni sottogruppi di popolazione, nel caso dei nuclei con minorenni la distribuzione per classi di ISEE è sostanzialmente identica a quella del vecchio indicatore (ancora più che per la popolazione complessiva). Comunque si osserva una quota superiore di coloro che sono favoriti dalla riforma rispetto alle famiglie senza minorenni; inoltre, non si registra l'incremento della media osservato per la popolazione nel complesso.

Discorso a parte meritano i nuclei delle persone con disabilità. In questo caso le regole di calcolo dell'indicatore sono state molto modificate e appare opportuno un approfondimento. A differenza che per la popolazione complessiva e per i nuclei con minorenni, nel caso delle persone con disabilità la distribuzione per classi di ISEE cambia moltissimo con una densità molto maggiore nelle classi più basse di ISEE e un incremento in quelle più alte. In particolare, rilevantissimo è il numero di nuclei per i quali l'ISEE si azzera: passano da meno del 9% a più del 20%. Inoltre, il primo quartile (il valore che separa il quarto più povero dal resto della popolazione) si riduce di oltre due terzi e la mediana si riduce di oltre l'11%. Ma non solo la metà più povera della popolazione trova il nuovo modo di considerare la disabilità più vantaggioso: se prescindiamo dalle variazioni della componente patrimoniale (di natura trasversale a tutti i gruppi di popolazione), per poco meno di tre quarti dei nuclei le nuove modalità di definizione dell'ISEE per le persone con disabilità sono più favorevoli (58,1%) o indifferenti (10,4%).
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