24 dicembre 2021

Una vita da mediano

Autore: Paolo Iaccarino
L’onda lunga del Superbonus supera ogni barriera. Anche la più alta posta dal Governo in carica, particolarmente attento alla borsa e agli equilibri di bilancio. Dopo mesi passati a discutere di proroga, di adempimenti, di interventi trainanti e trainati, dopo aver vissuto la grande paura di vedere svanire fra le proprie mani un’opportunità imperdibile, a causa del tempo perso, tanto, nel comprendere un meccanismo troppo conveniente da non sembrare vero, la prossima manovra finanziaria ci riserverà meno dubbi e più certezze. Un vero e proprio regalo di Natale, dopo il carbone ricevuto con il Decreto Legge Anti-frodi.

Non è questa la sede nella quale affrontare gli aspetti tecnici di una normativa modificata per l’ennesima volta, anche se mai in senso così favorevole al contribuente. Il ragionamento, questa volta, vuole essere di più ampio respiro. Il Superbonus, come tutto l’impianto dedicato alla cessione del credito, si è presentato ai nostri occhi come un’occasione unica, non semplicemente per i beneficiari della detrazione edilizia. Il bonus 110% ha alimentato il dibattito fra i professionisti interessati, favorendo confronto e integrazione, anche in branche diverse e lontane fra loro. L’avvio dei numerosi interventi ha stimolato un settore in grossa difficoltà, quello edile, e tutto il suo comparto e indotto. Senza timore di essere smentito, sono state avviate opere di miglioramento sismico ed energetico impensabili fino a pochi mesi fa.

Purtroppo non è tutto oro quel che luccica. Il risultato di oggi è l’esito di un lungo e faticoso percorso avviatosi il 1° luglio 2020. I pionieri della materia non potranno mai dimenticare le difficoltà dei primi tempi quando, a fronte di una particolare attenzione da parte dei clienti, poche erano le informazioni, come tanti i dubbi, nella maggior parte dei casi alimentati dalla stessa Amministrazione Finanziaria. Una produzione schizofrenica di risposte ad interpelli, a volte contraddittorie fra loro, quasi una sorta di normativa secondaria, che induceva il dubbio, piuttosto che chiarirlo. Come dimenticare i tanti incontri con la clientela di studio conclusi con la promessa di approfondire questioni ancora troppo controverse? Come dimenticare il fiato investito in questa grande opportunità?

Nel frattempo che gli istituti finanziari, lenti mai come questa volta, si presentassero con prodotti dedicati all’acquisto dei crediti, sono stati necessari oltre dodici mesi per domare il Superbonus. Solo dopo un anno dalla sua entrata in vigore i dubbi sono diminuiti, gli incontri con la clientela sono diventati produttivi, l’agevolazione ha manifestato la sua vera natura. Quella di un bonus troppo irruente per poter essere gestito senza alcuna esperienza, singola e collettiva.

Per questo motivo la notizia della proroga del periodo di vigenza, anche per gli interventi trainati, deve essere accolta con particolare favore e, perché no, con un pizzico di soddisfazione. Se oggi la misura trova nuova linfa il merito è dei numerosi professionisti che, dedicandosi anima e corpo, hanno fatto da cavie e aperto la porta a chi, poi, li ha seguiti. Se oggi l’orizzonte temporale complessivo del Superbonus arriva fino al 31 dicembre 2025, se l’Esecutivo, particolarmente contrario alla misura, ha ceduto alla proroga del periodo di vigenza e alle semplificazioni per cessioni minori, non lo ha fatto sotto il peso della politica, ma apprezzando i risultati ottenuti. Risultati che non si sarebbero potuti ottenere senza noi professionisti, lì nel mezzo.
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
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