21 gennaio 2022
21 gennaio 2022

Ore 09:00 - Flussi fisici di energia (PEFA): anni 2008-2019

ISTAT

Il 21 gennaio 2022, l’Istat rende disponibili – sul data warehouse I.Stat , nel tema “Conti nazionali”, sottotema “Conti ambientali, sezione “Conti dei flussi fisici di energia (PEFA)”- i dati dei Conti dei flussi fisici di energia (Pefa – Physical Energy Flow Accounts) dell’economia italiana, per gli anni 2008-2019, espressi in terajoule (tj).

Il Pefa consente di analizzare in maniera dettagliata il metabolismo energetico del sistema socioeconomico e le interazioni tra sistema naturale e sistema antropico in termini di approvvigionamento, trasformazione e utilizzo dell’energia, fornendo una rappresentazione completa – e coerente con il sistema dei conti economici nazionali – dei flussi di energia dall’ambiente verso l’economia, all’interno dell’economia e dall’economia verso l’ambiente.

Rispetto alla precedente edizione, sono state aggiornati i dati degli anni 2017 e 2018 e sono stati aggiunti i flussi energetici dell’anno 2019.

Nel 2019 l’energia che entra nell’economia nazionale ammonta a 8,4 milioni di terajoule (0,6% in meno rispetto al 2018), di cui il 16,0% è costituito da prelievi di energia dall’ambiente naturale italiano (1,4% in meno rispetto all’anno precedente) e l’84,0% da importazioni di prodotti energetici (in calo dello 0,4% rispetto al 2018). Di contro, l’energia che esce dal sistema economico nazionale è pari a 8,1 milioni di terajoule (l’1,0% in meno rispetto al 2018) di cui il 17,5% è costituito da esportazioni di prodotti energetici (4,9% in meno rispetto al 2018) e l’82,5% da restituzioni all’ambiente naturale in forma di energia degradata e non più utilizzabile (-0,2%). La differenza tra i flussi di energia in entrata e in uscita dall’economia nazionale costituisce l’accumulazione netta di energia nel sistema economico.

Il consumo totale di energia delle unità residenti (Net domestic energy use – NDEU) nel 2019 risulta pari a 7,0 milioni di terajoule (0,6% in meno rispetto al 2018):


  • il 31,2% è attribuibile alle famiglie (per trasporto in conto proprio , riscaldamento e raffrescamento, acqua calda e uso cucina, illuminazione e elettrodomestici) e la rimanente parte alle attività produttive;
  • il 4,2% deriva da usi non energetici (Net domestic energy use for non energy purposes – NDEU_non energy); si tratta di energia utilizzata per produrre prodotti non energetici (plastica, bitume, …) o per lubrificare ingranaggi;
  • il 16,4% proviene da fonti energetiche rinnovabili, ma solo il 12,6% è considerabile consumo rinnovabile “moderno” (considerando il solo consumo per finalità energetiche – NDEU_energy – tali percentuali salgono rispettivamente a 17,1% e 13,2%);
  • l’85,2% è effettuato mediante combustione (consumo rilevante per le emissioni atmosferiche).


I dati del Pefa, comparabili – per costruzione – con i dati economici di Contabilità Nazionale, sono particolarmente idonei all’utilizzo nell’analisi integrata ambientale ed economica. Nel 2019 l’indicatore “Intensità energetica del Pil” (calcolato come il rapporto tra NDEU_energy e Pil) è diminuito dello 0,6% rispetto al 2018, attestandosi a 3,9 terajoule per milione di euro di Pil (valori concatenati con anno di riferimento 2015).
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