“Purtroppo nel nostro Paese la cultura della prevenzione, che dovrebbe essere una componente essenziale del mondo del lavoro, è insufficiente. L’iniziativa economica e l’auspicata ripresa delle attività produttive devono necessariamente avvenire in accordo con le ragioni di tutela della sicurezza e della dignità umana”. Così il presidente dell’Inail, Franco Bettoni, in un’intervista concessa all’Osservatore Romano martedì 15 febbraio 2022.
“Sicurezza deve essere vista come investimento e fattore di produttività”. In giornate ancora contrassegnate, purtroppo, da infortuni quotidiani anche mortali, che vanno tristemente ad aggiungersi ai 1221 decessi registrati nel 2021 e ricordati nell’articolo, il quotidiano d’Oltretevere conferma la sua attenzione costante al tema della sicurezza sul lavoro e a tutto quello che è necessario fare per fermare questo bollettino drammatico. “La sicurezza – afferma Bettoni - continua ad essere percepita come un costo e non come un investimento. Essa, al contrario, costituisce un fattore di successo per le imprese in termini di competitività e produttività e per i lavoratori si traduce in tutela della salute e in benessere organizzativo”.
“Diversificare i controlli, anche con funzione d’aiuto alle imprese”. “Manca – osserva ancora il presidente - una concreta valorizzazione della formazione e, inoltre, il sistema dei controlli dovrebbe essere diversificato e avere una funzione, oltre che punitiva, anche ausiliativa di supporto alle imprese. In questa fase credo sia necessario ricalibrare gli strumenti e le azioni verso un progresso sociale - e non meramente economico - che per essere degno di un Paese avanzato come il nostro non può essere attraversato quotidianamente da tragedie legate alla mancanza di sicurezza sui posti di lavoro”.
Unità di intenti nelle attività di prevenzione. In risposta alla domanda dell’intervistatore, Davide Dionisi, su quali possano essere le strategie su cui puntare per invertire la rotta, Bettoni invoca unità di forze e di intenti per intensificare gli interventi di prevenzione. “Lavoriamo sinergicamente per promuoverla, attraverso una mirata attività di informazione, formazione, ricerca, consulenza e misure di sostegno alle imprese affinché questi elementi diventino valori fondanti di una reale cultura della sicurezza”. Occorre puntare a un’informazione diffusa, “già a partire dal mondo della scuola, anche attraverso il ricorso a forme di testimonianza diretta; bisogna comprendere che la formazione non si esaurisce nel rilascio di un attestato di carta ma è un percorso educativo indispensabile per il miglioramento delle competenze dei lavoratori affinché siano in grado di conoscere e riconoscere i rischi, di usare correttamente le attrezzature di lavoro e i dispositivi di protezione individuale, di assumere piena consapevolezza delle proprie mansioni nell’ambito del processo produttivo”.
L’impegno dell’Inail tra assistenza e ricerca. In questo senso, il presidente ribadisce al giornale vaticano l’impegno dell’Istituto. “Inail sostiene con determinazione le aziende che scelgono di investire in sicurezza, sia attraverso consulenza qualificata che con misure di supporto economico. Rafforziamo il connubio prevenzione e ricerca, sfruttando le potenzialità della robotica, della sensoristica, delle nuove tecnologie e dei dispositivi di protezione all’avanguardia. Inail crede fortemente nell’importanza dei risultati della ricerca applicata e della metodologia della cosiddetta ‘prevention through design’, ossia di un coinvolgimento diretto e precoce della ricerca su salute e sicurezza dei lavoratori fin dalla fase di progettazione”. Un impegno che l’Istituto, nella sua veste di Focal point nazionale dell’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro, intende portare avanti anche a livello comunitario, condividendo le proprie conoscenze tecnico-scientifiche e trasferendo i risultati conseguiti.
Politiche di prevenzione mirate per il post pandemia. Rispondendo infine a una domanda sui mutamenti avvenuti in questi mesi con l’emergenza sanitaria, Bettoni ha osservato che la pandemia “ha imposto una ridefinizione del sistema economico e del mercato del lavoro - con riflessi sul relativo andamento infortunistico - mettendo in evidenza nuovi rischi per la sicurezza e la salute di ampie platee di lavoratori. L’esperienza maturata porterà l’Inail a occuparsi ancora di più dei cambiamenti nel mondo lavorativo, attraverso l’attuazione di politiche di prevenzione adeguate a diffondere i migliori standard di sicurezza. La pandemia ha confermato l’assoluta centralità della sicurezza dei lavoratori nella cultura aziendale e richiamato tutti gli attori della prevenzione a cogliere le nuove sfide con maggior senso di responsabilità”.
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