«Il Pnrr può essere per Roma quello che Expo è stato per Milano». Enrico Giovannini, ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibile, ne è sicuro: gli stanziamenti del Piano nazionale di ripresa e resilienza possono far ripartire la capitale. Ieri, nel dialogo ospitato dall'Auditorium, ne ha parlato a lungo con il sindaco Roberto Gualtieri. E ora aggiunge: «I fondi Pnrr per Roma vanno moltiplicati per quattro. Nel futuro della città e del suo hinterland ci sono 8,2 miliardi di investimenti grazie alla legge di Bilancio e al Fondo per lo sviluppo e la coesione».
Ministro, da romano cosa si aspetta da questa fase?
«Mi aspetto un passo in avanti marcato. L'auspicio è che Roma diventi una città più attrattiva, più sostenibile, più inclusiva. La capitale è un unicum mondiale, ma i sondaggi su chi la abita ci dicono che non è facile viverci, lavorarci e interagirci. Per migliorare la qualità della vita, c'è bisogno tanto di investimenti sulle infrastrutture che un cambiamento socioeconomico sistemico».
Partiamo dai primi. Cosa c'è oltre il Pnrr?
«Ci sono gli 1,3 miliardi previsti per il Giubileo. Mentre per portare la metro C fino a piazzale Clodio, il ministero ha stanziato 1,6 miliardi. Altri 188 milioni serviranno a completare la tramvia Termini-Vaticano-Aurelio e verranno impiegati per il deposito di Centocelle. I fondi stanziati dalla legge di Bilancio sosteranno l'acquisto di bus green per il rinnovo della flotta ATac e la chiusura dell'anello ferroviario, opera di cui si parla da tanto tempo. Ci sono anche investimenti sulle reti idriche».
Parlava poi di visione sistemica.
«Il tema non è solo quello di dotare la capitale di nuove infrastrutture, ma anche di disegnare i servizi in base alle esigenze degli utenti. Un compito in cui diventa fondamentale l'intelligenza artificiale. Roma ha vinto il bando Maas, Mobility as a service, e svilupperà un'app che permetterà di prenotare un viaggio e acquistare biglietti integrati per raggiungere la destinazione con treni, metro, tram, bus, mezzi in sharing. Poi c'è la piattaforma sviluppata da Rfi che abbiamo già proposto ai comuni per studiare i flussi della mobilità».
Roma la adotterà?
«Sì. Integrai dati delle reti infrastrutturali, dei mezzi di trasporto, degli incidenti, dei redditi dei diversi quartieri e può fornire indicazioni su come modellare il sistema della mobilità in base alla domanda dei passeggeri».
Nella capitale ci sono 62 automobili ogni 100 abitanti.
«L'obiettivo è abbattere questo numero soddisfacendo appieno la richiesta di mobilità degli utenti».
A patto che i mezzi pubblici funzionino. Per il Comune il gap complessivo sulle metro è di 5 miliardi di euro. L'assessore Patanè ne chiede 1,2 solo per recuperare il deficit manutentivo accumulato negli anni dalle linee A e B.
«Sono certo che l'assessore avrà svolto valutazioni approfondite. I fondi della legge di Bilancio per il trasporto rapido di massa si sono esauriti con gli 1,6 miliardi di euro per la metro C. Ma stiamo già raccogliendo ulteriori esigenze da parte dei Comuni per intervenire eventualmente con altre risorse».
Ce ne saranno perla metro D?
«Con l'approccio scelto per il Pnrr, ora esteso ad altri fondi, per avere risorse bisogna aver sviluppato progetti. Nel Pnrr sono previsti 12,3 milioni per risolvere il problema della mancata progettazione».
Capitolo rigenerazione urbana.
«Roma riceverà 114 milioni per il Programma innovativo nazionale per la qualità dell'abitare. Ma il Fondo per lo sviluppo e la coesione potrebbe servire per fare altri bandi di questo tipo, che integrano efficientamento energetico, sostenibilità ambientale e sociale. I dati del Cresme segnalano che iniziative del genere sono uno stimolo per risvegliare i cosiddetti "capitali pazienti" con partnership tra pubblico e privato. Da questo punto di vista Milano è una città molto attrattiva. Perché Roma non può fare altrettanto?».
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