Nonostante il peggioramento delle aspettative delle imprese e l’aumento del prezzo dei beni energetici, causati dalla guerra in Ucraina, l’occupazione continua a crescere, anche se a ritmo più basso rispetto a inizio anno. Nei primi quattro mesi sono stati creati circa 260 mila posti di lavoro: rispetto al periodo di esplosione della crisi pandemica (primo e secondo trimestre 2020) si è registrato un aumento di oltre un milione di posizioni lavorative.
Questo trend positivo è evidenziato dalla nota Il mercato del lavoro: dati e analisi (maggio 2022), redatta congiuntamente dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, dalla Banca d’Italia e da Anpal, sulla base delle comunicazioni obbligatorie e delle dichiarazioni di immediata disponibilità al lavoro.
Tra i settori spicca il turismo, che ha beneficiato del miglioramento della situazione epidemiologica e dalla rimozione di molte restrizioni, mentre rallentano industria in senso stretto e costruzioni, che registrano comunque saldi positivi tra attivazioni e cessazioni.
Significativo che gran parte dei nuovi posti di lavoro sia a tempo indeterminato, anche grazie all’ampio numero di persone assunte a tempo determinato nel 2021 che sono state stabilizzate quest’anno. La propensione delle imprese a trasformare i rapporti di lavoro temporanei è infatti tornata sui livelli precedenti all’inizio della pandemia.
L’occupazione delle donne cresce a un ritmo superiore a quella degli uomini, frenata dall’andamento dell’industria, ma è caratterizzata da una minore incidenza dei rapporti a tempo indeterminato, concentrandosi nel turismo, settore in cui i contratti stabili sono meno frequenti.
Per effetto del rallentamento dell’industria, la dinamica del mercato del lavoro è meno favorevole nelle regioni del Centro Nord; nel Mezzogiorno le attivazioni nette continuano a essere sostenute dal turismo e dalle costruzioni.
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