8 giugno 2022
8 giugno 2022

Ore 16:30 - Giustizia al voto: i quesiti e le previsioni

ANSA

Proprio questo fine settimana si tornerà alle urne, per il referendum sulla giustizia voluto da Radicali e Lega. I cinque quesiti toccheranno più punti: regole per le candidature e la valutazione dei magistrati, passando dalla separazione delle funzioni per i magistrati alla legge Severino, fino ai limiti alla custodia cautelare.

In sintesi:
  • Incandidabilità e decadenza: per il primo quesito, contrassegnato dalla scheda rosa, sarà interessato l'abrogazione del Testo unico delle disposizioni in materia di incandidabilità e di divieto di ricoprire cariche elettive e di Governo, conseguenti a sentenze definitive di condanna per delitti non colposi. Si chiede ai cittadini, cioè, se si vorranno abrogare le disposizioni, introdotte nel 2012, che prevedono l'incandidabilità, l'ineleggibilità e la decadenza automatica per chi è stato condannato in via definitiva per alcuni tipi di reato, dalla mafia al terrorismo a quelli contro la pubblica amministrazione. Il sì, in sostanza, eliminerebbe l’automatismo e sarebbe il giudice di volta in volta a dover deliberare.
  • custodia cautelare: si passa alla scheda arancione con il secondo quesito, interviene sulla limitazione delle misure cautelari, con l'abrogazione dell'ultimo inciso dell'art. 274, comma 1, lettera c), codice di procedura penale, in materia di misure cautelari ed esigenze cautelari, in un processo penale. Chi sostiene il “sì” vuole limitare la reiterazione per alcuni reati che prevedono pene minori e per il reato di finanziamento illecito dei partiti. Mentre quanti sono per il “no”, sottolineano i limiti già presenti nel codice, poiché il carcere come misura cautelare è possibile per reati che prevedono la reclusione non inferiore a cinque anni.
  • separazione carriere: il referendum numero 3, scheda gialla, chiama gli elettori ad esprimersi sulla separazione delle funzioni dei magistrati, chiedendo l'abrogazione delle norme in materia di ordinamento giudiziario che consentono a un magistrato di passare dalle funzioni di pubblico ministero a quelle di giudice, e viceversa.
  • valutazione magistrati: si passa poi alla scheda grigia, con il referendum numero 4. Il quesito riguarda la "partecipazione dei membri laici a tutte le deliberazioni del Consiglio direttivo della Corte di cassazione e dei consigli giudiziari. Abrogazione di norme in materia di composizione del Consiglio direttivo della Corte di cassazione e dei consigli giudiziari e delle competenze dei membri laici che ne fanno parte". Il “Sì” mira a consentire il voto dei laici, avvocati e professori, che siedono nei consigli giudiziari. Voteranno no, al contrario, quanti considerano inopportuno il giudizio degli avvocati su chi nel processo rappresenta la loro controparte.
  • firme per il CSM: con l’ultima scheda, quella verde, interviene sul meccanismo di selezione dei magistrati candidati alle elezioni del Csm. L'obiettivo dei referendari è arrivare a candidature individuali dei magistrati, limitando qualsiasi influenza.
A pochi giorni dal voto, però, i sondaggi evidenziano un flop dell’iniziativa referendaria: secondo l’ultimo sondaggio Ipsos non si raggiungerà il quorum per i cinque quesiti, prevedendo un’affluenza non di molto superiore al 30% degli elettori.
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