11 giugno 2022

Fisco telematico: cercasi procedura di emergenza

Autore: Paolo Iaccarino
L’invio della dichiarazione in materia di imposta di soggiorno, il cui termine cade il 30 giugno 2022, è l’ennesima dimostrazione di un sistema tributario sull’orlo del baratro. Profondamente trasformato nel corso degli ultimi anni, oggi con una connotazione spiccatamente telematica, soffre di un problema congenito, tutt’ora irrisolto. In senso diametralmente opposto rispetto agli annunci di semplificazione che si rincorrono ogni anno, nemmeno l’infrastruttura telematica riesce a stare al passo delle continue modifiche a cui è sottoposto l’ordinamento tributario. La rete, ormai, fa acqua da tutte le parti.

Periodicamente, puntuali, arrivano segnalazioni di mal funzionamenti del sistema informativo dell’Amministrazione Finanziaria. Che si tratti di un vero e proprio black out o, più semplicemente, di anomalie individuali, gli adempimenti telematici, soprattutto nei periodi più caldi, procedono a singhiozzo. Questo è il caso della dichiarazione telematica prevista dall’articolo 4, comma 1-ter, del Decreto Legislativo 14 marzo 2011, n. 23 in tema di imposta di soggiorno. Almeno sulla carta un adempimento semplice da evadere, considerando la presenza sul sito dell’Amministrazione Finanziaria di un applicativo appositamente dedicato (per capirci come accade per l’applicativo RLI previsto per la registrazione dei contratti di locazione). Secondo un criterio di compilazione a passi il sistema richiede l’inserimento di tutti i dati obbligatori per la corretta compilazione della pratica.

Tutto apparentemente semplice, se non fosse, ancora una volta, per le anomalie del sistema informativo della stessa Amministrazione Finanziaria. Nonostante il file da trasmettere sia elaborato dall’applicativo ministeriale, la dichiarazione inviata viene rigettata segnalando due codici errore “errore trasmissione - codice 100 e 300”. Provando nuovamente ad inviare il file si riceve un nuovo codice errore “risorsa già presente”. E qualora, con un po’ di fortuna, il file venga trasmesso correttamente, la ricevuta del sistema Entratel riporta lo scarto “per file non conforme al formato ministeriale”.

Un caso? Solo sfortuna? Nulla di tutto questo. Il Fisco telematico, lo stesso che ha fatto lievitare le istruzioni delle dichiarazioni dei redditi da poche pagine a qualche centinaio, è particolarmente sensibile e, in quanto tale, cade frequentemente in errore segnalando anomalie di ogni sorta. Insomma, più forma che sostanza. Come segnalato più volte su queste stesse pagine, inoltre, l’impianto informativo dell’Amministrazione Finanziaria, dalle mille sfaccettature, è sprovvisto di una procedura di deposito, per così dire, di emergenza, che consenta al contribuente di adempiere alle proprie obbligazioni. In altri termini un canale straordinario che, meno attento alla forma, consenta di inviare quanto richiesto, anche nei casi in cui il sistema ordinario sembra fare le bizze. Banalmente una semplice PEC, salvagente nei casi di estrema necessità.

Nell’attesa di conoscere gli esiti di questa vicenda, fa obiettivamente sorridere sapere che il sistema informativo dell’Agenzia delle Entrate non considera conforme il file elaborato dal suo stesso applicativo. Un’anomalia talmente grande che nemmeno il call center chiamato in causa è riuscito a giustificare.
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