Con il peso del conflitto russo-ucraino, l’aumento dei costi delle materie prime, un’inflazione in continua crescita e la stretta monetaria si prevede una riduzione del Pil pari allo 0,6%, con una crescita però per il prossimo anno. Ad affermarlo è l’ufficio studi di Confcommercio, che mette in risalto l’incertezza legata a diversi fattori e che non agevola consumo o investimenti, a maggior ragione con la crisi politica in corso. A giugno, infatti, nonostante i saldi, i consumi sono rimasti fermi a un leggero aumento dello 0,7% su base annua. È necessaria, come sostiene il presidente di Confcommercio Sangalli, un intervento efficace del governo per gestire al meglio le risorse del Pnrr e cogliere le opportunità offerte dalla nuova legge di bilancio e dalle riforme strutturali necessarie per il Paese.
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