La nuova prima ministra britannica Liz Truss ha annunciato in Parlamento il suo piano da 150 miliardi di sterline, circa 180 in euro, in risposta all’emergenza energetica. Uno tra i provvedimenti più ricchi di tutta l’Europa per contenere l’aumento delle bollette e del costo della vita. Il piano si fonda principalmente sul tetto fisso delle bollette per le famiglie britanniche, che saranno congelate per i prossimi due anni: un nucleo famigliare medio, con l’inizio di ottobre, non spenderà così più di 2500 sterline all’anno in spese energetiche. Una spesa che, senza gli aiuti, si attestava intorno alle 6 mila sterline annue, ora diminuire grazie alla nuova autorità nominata, la Energy Price Guarantee, che garantirà il price cap. Per aziende e attività commerciali il tetto durerà invece solo per i prossimi sei mesi, con una review però già prevista tra 90 giorni sul punto che prevede la possibilità di estendere il pacchetto di aiuti agli esercizi più vulnerabili. Un piano che secondo Truss taglierà l’inflazione fino al 5%, aumentando la crescita. I dettagli delle spese e di come la misura sarà finanziata non sono ancora stati però definiti, e verranno chiariti con la prossima legge finanziaria. Gran parte del denaro comunque sarà ripagato nei decenni successivi, probabilmente, dalle stesse famiglie, vista anche l’esclusione di una patrimoniale nei confronti dei giganti energetici. Per alleviare la crisi energetica il governo aumenterà anche il potenziale dell’energia nucleare, oltre alla riapertura di centrali a carbone e lo stop al divieto di fracking, ossia alla modalità di estrazione di gas e idrocarburi dal sottosuolo, già contestata e fonte di critiche. Un piano, dunque, poco attento alle tematiche ambientali, anche considerata la rivalutazione, in linea con gli obiettivi energetici e di crescita, annunciata dalla prima ministra del pian emissioni zero entro il 2050.
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