L’impegno del governo in ambito Pnrr prevede per il sud la destinazione di almeno il 40% degli investimenti. Una percentuale che però rimane solo sul piano teorico, come ha evidenziato la relazione del Dipartimento per le politiche di coesione proprio sul rispetto della clausola della quota Sud. I dati aggiornati a giugno vedono infatti una massa di risorse totale pari a 86,4 miliardi, dunque il 41%. Una cifra che scende però a 71,6 miliardi, pari al 34%, se si guardano le sole misure attive. Il rischio è dunque che gli interventi stimati o ancora da ripartire, che teoricamente dovrebbero andare al Sud, rimangano poi bloccati o destinati altrove, risentendo della insufficiente capacità di assorbimento delle risorse da parte dei potenziali beneficiari come imprese, persone fisiche o enti locali. Ogni ministero concorre in parti diverse alla possibilità di non raggiungere la soglia: Dal Mise, con una quota Sud ferma al 24,5% principalmente per l’impossibilità di ripartire gli incentivi fiscali del piano Transizione 4.0, quello del Turismo al 28,6%, o ancora quelli della Cultura, del Lavoro e degli Esteri che sono circa al 38%. A compensare sono poi quello delle Infrastrutture che raggiunge quota 48,2% e quello dell’Istruzione già al 44,2%.
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