La partenza dell'Ape volontaria potrebbe slittare rispetto al 1° maggio. Ad affermarlo Stefano Patriarca, consigliere economico dell’unità di coordinamento della politica economica della presidenza del Consiglio dei ministri, nel corso di un convegno. Patriarca, ammettendo che "si sta ancora lavorando alla piattaforma informatica che dovrà gestire il tutto", ha sottolineato come la percentuale massima dell'Anticipo finanziario a garanzia pensionistica che potrà essere chiesta oscillerà da un minimo del 75 a un massimo del 90% in relazione alla durata dell’anticipo e l’importo minimo dovrà essere di almeno 150 euro.
Il consigliere ricorda anche come l’Ape non sia un anticipo pensionistico: non si va prima in pensione in poche parole, ma si ottiene un reddito ponte da 63 anni fino alla maturazione del requisito anagrafico per l’assegno previdenziale di vecchiaia. Anticipo che poi sarà restituito in rate mensili per 20 anni a partire dalla decorrenza della pensione vera e propria.
Oltre a sapere che l'importo minimo sarà di 150 euro, ora si sa anche che esiste un limite massimo di quanto si può ottenere a seconda di quanto prima di andare in pensione si chiede l'Ape.
Il ritardo nei tempi per l’Ape volontaria potrebbe essere comunque contenuto in circa 15 giorni, ha affermato Marco Leonardi, consigliere economico della presidenza del Consiglio dei ministri, tirando in ballo i tempi dell’iter burocratico e della costituzione di una piattaforma elettronica dove fare la richiesta.
Dal canto suo il presidente dell’Inps, Tito Boeri, a margine di un convegno sulle pensioni dei millennials ha sottolineato come l'Istituto abbia "fatto tutto quello che dovevamo fare. Abbiamo preparato tutto compresi gli applicativi e il simulatore ma fino a quando non ci sarà un Dpcm non possiamo operare".
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