Il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan precisa, in una lettera inviata a la Repubblica, che “il rapporto nominale deficit/Pil (il famoso tetto del 3%) non è in discussione”, anche se il governo, per rimuovere gli ostacoli alla crescita, ha avviato un “cantiere” di “riforme strutturali più misure di pronto impatto”, che “richiede il rinvio di un anno del pareggio strutturale di bilancio”. Nella lettera Padoan ricorda che “per impedire l'aumento incontrollato del debito il Parlamento italiano ha ritenuto opportuno inserire nella nostra Costituzione il principio dell'equilibrio tra entrate e spese.
“Tuttavia”, aggiunge, “il percorso di avvicinamento agli obiettivi di medio termine del Patto di Stabilità e di Crescita prevede anche forme di flessibilità”, “a fronte di eventi fuori controllo dei governi, o nel caso di gravi recessioni, ma anche in presenza di importanti riforme strutturali”.
“In virtù di questa flessibilità”, spiega Padoan,”il Governo ha quindi chiesto al Parlamento di approvare uno scenario programmatico di finanza pubblica che prevede nel 2015 un saldo di bilancio strutturale negativo per un decimo di punto percentuale di Pil”. “Il rapporto nominale deficit/Pil (il famoso tetto del 3%)”, prosegue il ministro, “non è in discussione: la disciplina fiscale perseguita dai governi italiani negli ultimi anni ha condotto a risultati sostanziali e nessuno può negare che i cittadini italiani abbiano sopportato un sacrificio enorme per tenere i conti in regola, nonostante la recessione. L'effetto di questi sacrifici sui conti pubblici e' l'avanzo primario più elevato nell'Unione, insieme a quello della Germania”.
“Grazie a questi risultati”, continua Padoan, “che vanno preservati, oggi il Paese è finalmente capace di rimuovere quegli ostacoli alla crescita che ne hanno bloccato per lunghi anni le potenzialità. Ostacoli presenti prima ancora della grande crisi, aggravati dalla grande crisi, e che oggi rallentano la rapidità con cui usciamo dalla grande crisi. Abbiamo collocato le riforme strutturali in un orizzonte pluriennale (quello appunto del Def) perché consapevoli che i benefici maggiori arriveranno nell'arco di un paio di anni. E abbiamo messo in cantiere misure di breve periodo - dal sostegno ai consumi al pagamento dei debiti delle pubbliche amministrazioni - tali da accelerare i fattori della ripresa e rendere più efficaci le misure adottate. Questo cantiere (misure strutturali più misure di pronto intervento) richiede il rinvio di un anno del pareggio strutturale di bilancio. E' un onere che il sistema nel suo insieme può sostenere, mentre aiutiamo i ceti meno abbienti e le imprese a uscire dalla crisi”.
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