Si complica la vertenza Whirlpool a 24 ore dallo sciopero generale di dopodomani a Caserta contro il piano industriale dell'azienda. "Ora basta, hanno fatto una grave retromarcia: non c'è nessun piano per Carinaro e gli esuberi aumentano da 1.350 a 2.060 tagliando così il 30% dei dipendenti. Ora il Governo risponda chiaro e forte o lo scontro sarà inevitabile", è la denuncia di Marco Bentivogli, leader Fim all'uscita dall'incontro al Mise.
La Whirlpool dunque, non solo avrebbe chiuso "tutti gli spiragli che si erano aperti la scorsa settimana" ma avrebbe delineato, dice ancora Bentivogli, il totale vuoto di prospettive certe".
La multinazionale americana, infatti, ha messo sul tavolo del confronto il nuovo piano, atteso dai sindacati, sul riassetto degli impiegati: altri 400 esuberi, 200 a Varese, 200 Fabriano e 80 Milano che si aggiungono ai 150 impiegati di R&S e ai 1.429 già annunciati alla presentazione del piano che fa schizzare il totale dei possibili licenziamenti a quota 2.060 su un totale di 6.740 dipendenti Whirlpool Italia.
"E questi dati insistono su un quadro che vede ad oggi la chiusura di Carinaro, None e Albacina, la sede di Milano", spiega ancora Bentivogli che si attendeva, alla vigilia dello sciopero a Caserta "un epilogo diverso".
"Ci aspettavamo la conferma di una missione produttiva per Carinaro e una prospettiva industriale per None". E invece niente. E si tratta di una "retromarcia irresponsabile e nella direzione opposta a quella che serve ad arrivare ad un accordo e merita una risposta forte di tutto il governo altrimenti la mobilitazione e lo scontro non potrà che aumentare", ammonisce ancora la Fim che sottolinea comunque come anche il ministro dello sviluppo Federica Guidi, presente all'incontro, abbia giudicato il piano "inqualificabile".
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