22 settembre 2014
22 settembre 2014

17:23 - Rovigo, quattro operai morti per esalazioni. 'Probabile errore umano'


E' salito a quattro il bilancio delle vittime dell'incidente sul lavoro verificatosi in una ditta che si occupa del trattamento dei rifiuti speciali, la Co.Im.Po di Adria, in provincia di Rovigo.

Per il pm di Rovigo Sabrina Duò, sono "evidenti", ad una prima analisi, i "problemi di sicurezza all'interno della Co.Im.Po". "Errore umano? Tutto può essere - ha aggiunto - ma dai primi elementi sembrerebbe che qui qualcosa non è stato rispettato sotto il profilo del ciclo di produzione".

Per il pm di Rovigo Sabrina Duò, sono "evidenti", ad una prima analisi, i "problemi di sicurezza all'interno della Co.Im.Po". "Errore umano? Tutto può essere - ha aggiunto - ma dai primi elementi sembrerebbe che qui qualcosa non è stato rispettato sotto il profilo del ciclo di produzione".

E' un errore umano la probabile causa della nube tossica che provocato quattro vittime ad Adria. "C'è stata una errata manovra nel processo che la ditta faceva per trattare questi reflui, che ha comportato la nube tossica di anidride solforosa" ha detto il comandante dei vigili del fuoco di Rovigo, Girolamo Bentivoglio.

"Non c'è alcun rischio di inquinamento ne' di nube tossica all'esterno dell'azienda in cui è avvenuto l'incidente". E' la rassicurazione del comandante dei vigili del fuoco di Rovigo, Girolamo Bentivoglio. "L'area colpita dalla nube di anidride solforosa - ha aggiunto - è solo quella interna alla ditta".

Secondo il comandante, la nube si è formata da un mix di acidi - acido solforico ed ammoniaca - che vengono impiegati nel trattamento dei reflui industriali per renderli inerti. L'incidente sarebbe avvenuto durante una fase di travaso degli acidi mentre gli operai e l'autista del camion si trovavano davanti alla vasca dei reflui, un impianto a cielo aperto di circa quaranta metri per trenta. Una delle vittime è stata trovata a circa 100 metri di distanza dalla vasca, sopraffatta mentre tentava di fuggire.

Sarebbe stato un mix incontrollato di sostanze chimiche a provocare le esalazioni che hanno ucciso quattro operai e ferito un quinto che ora è ricoverato in gravi condizioni in ospedale. Secondo una prima ricostruzione, che dovrà essere supportata dai risultati delle autopsie e delle analisi chimiche, non c'è stata alcuna esplosione: gli operai, che secondo quanto si apprende non indossavano le maschere di protezione, avrebbero gettato dell'acido solforico in una vasca che molto probabilmente conteneva già ammoniaca.

Il mix delle due sostanze, non controllato, avrebbe provocato le esalazioni che hanno investito i cinque operai, quattro dei quali sono morti sul colpo. Sarà ora l'inchiesta della procura di Rovigo ad accertare se vi siano stati errori o omissioni da parte di qualcuno degli operai e, soprattutto, se siano state rispettate da parte dell'azienda tutte le normative sulla sicurezza.

Gli operai morti avrebbero tentato di soccorrere un compagno di lavoro che si era sentito male per primo, e che poi è deceduto, dopo uno sversamento di acido solforico avvenuto mentre stava pulendo un'autocisterna.

Sarà aperto un fascicolo dalla procura della Repubblica di Rovigo. Le indagini, che dovranno stabilire la dinamica e le cause esatte della tragedia, sono coordinate dal sostituto procuratore di turno.

I nomi delle vittime - Sono tre rodigini e un veneziano le quattro vittime della tragedia. Si tratta di Nicolò Bellato, 28 anni, e Paolo Valesella, 53, entrambi di Adria, Marco Berti, 47, e Giuseppe Valdan, 47, di Campolongo Maggiore (Venezia). I primi tre erano operai della ditta, mentre il quarto, l'autista, pare sia un esterno. Il ferito grave ha 41 anni, anch'egli di Adria.
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