Formare le giovani generazioni per rendere consapevoli i cittadini di domani. Questo l’obiettivo del progetto ‘Io & i rischi’ promosso da Forum Ania – Consumatori presentato oggi nel corso di un incontro a Milano. Una iniziativa realizzata in collaborazione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore, l’Università Bocconi e l’Associazione Europea per l’Educazione Economica per accrescere nei ragazzi le capacità e le competenze utili per poter affrontare consapevolmente le scelte individuali e sociali che si presenteranno nel corso della loro vita. “Il progetto – spiega il presidente del Forum Ania - Consumatori Silvano Andriani – è nato dall’esigenza di contribuire a un cambiamento culturale che riteniamo necessario per indurre le persone a valutare il futuro in un’ottica di lungo periodo. E guardare al futuro - aggiunge - significa valutare anche i rischi che si possono presentare nel ciclo della vita”.
Avviato già da due anni, il progetto ha finora coinvolto 214 scuole medie e superiori, con oltre 10mila studenti e un gruppo di famiglie con bambini. Tuttavia, avverte Andriani “contiamo di estendere il progetto anche agli studenti di età maggiore”. Due, in particolare, gli argomenti sui quali si è svolto: la prevenzione, utile per far diminuire la probabilità che un evento negativo possa verificarsi e la mutualità, che consente di offrire tutela a chi si trova a dover affrontare eventi sfavorevoli.
Secondo una ricerca condotta da una equipe di ricercatori dell’Università Cattolica del Sacro Cuore su 655 questionari compilati dagli studenti di età compresa tra gli 11 e i 14 anni che hanno partecipato all’edizione 2012 del progetto, oltre alla conoscenza dei temi della prevenzione e della mutualità, tra i giovani non esiste un’abitudine alla previdenza, a causa, anche, della mancanza di esempi concreti. “Se pensiamo ai nostri genitori - sottolinea Filippo Gariglio, presidente dell’Unione Europea Assicuratori - sappiamo che hanno potuto beneficiare di una situazione pensionistica favorevole. Ma se guardiamo al nostro futuro, è chiaro che la nostra condizione non potrà essere la stessa e allora dobbiamo cominciare a pensare che è necessario risparmiare per poter avere risorse finanziarie sufficienti che ci permettano di vivere serenamente”.
Dallo studio, inoltre, è emerso un legame il titolo di studio o cmq il bagaglio culturale delle persone e i temi dell’educazione finanziaria e della prevenzione dei rischi. “La scarsa cultura del rischio – commenta il presidente dell’Associazione Europea per l’Educazione Economica Roberto Fini – è un problema che in Italia è più pesante che altrove. Dobbiamo fare in modo di porre la questione su binari giusti che non portino ad eliminare le azioni quando sono rischiose ma le incanalino all’interno di progetti sensati”.
L’auspicio delle associazioni è l’adozione di un quadro normativo che guardi anche agli altri Paesi europei. “Abbiamo visto – afferma Gariglio – che i modelli assicurativi degli altri Paesi europei hanno trovato delle soluzioni, per questo chiediamo che venga fatta una riflessione, in modo di poterli applicare anche in Italia. Si tratta – conclude – di dare la possibilità alle compagnie assicurative di svolgere, pur nell’ambito dei loro principi imprenditoriali e quindi anche nel guadagno, un’attività sociale che torni utile a tutti i cittadini”.
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