''La certezza di gestione del Paese è essenziale per gestire qualsiasi realtà industriale. Spero che si faccia in fretta a fare un governo per ridare al Paese, anche a livello internazionale, quella credibilità necessaria per andare avanti''. Così l'ad della Fiat, Sergio Marchionne, nella conferenza stampa seguita all'assemblea degli azionisti del gruppo oggi a Torino.
''Continuo ad essere preoccupato per l'incertezza politica del Paese perché la Fiat è impattata dallo spread'' ha affermato l'ad del Lingotto, evidenziando come ''l'incertezza politica vada ad impattare sul costo finanziario dell'azienda''. E ancora: ''Più continua questa incertezza, peggio è per chi continua a fare attività industriale nel Paese. Spero che l'incertezza politica non ci metta mai in condizione di non andare avanti''.
Sulla situazione politica attuale, inoltre, ''a breve, con la conclusione del suo mandato, perderemo il presidente della Repubblica e questa è una cosa che mi dispiace. Ho un enorme rispetto per il presidente Napolitano e per il lavoro che ha fatto in questi sette anni'' ha sottolineato Marchionne, che ha aggiunto: ''Perdiamo un punto di riferimento importante e non abbiamo un riferimento nel presidente del Consiglio. Non sono momenti facili''.
Per quanto riguarda la società, ''non possiamo illuderci di ricreare la Fiat del passato, e non lo vogliamo. Ma intendiamo fare la nostra parte per l'Italia'' ha sottolineato l'ad nel suo intervento.
Per affrontare la sovraccapacità produttiva in Europa, Fiat poteva chiudere stabilimenti ma ha preferito ''alla via più facile'' quella ''del coraggio e della responsabilità'' ha detto Marchionne, che nel corso dell'assemblea ha sottolineato: ''Per risolvere i problemi di sovraccapacità che Fiat ha in Europa, e di cui soffrono anche tutti gli altri costruttori generalisti, c'era un'unica alternativa alla strada che abbiamo intrapreso, quella di chiudere uno o più stabilimenti in Italia''.
Alternativa ''facile ed immediata, anche quella più razionale dal punto di vista economico'' ma, ha proseguito, ''abbiamo preferito quella del coraggio e della responabilità''.
Sulla fusione tra Chrysler e Fiat: ''E' un fatto inevitabile. Personalmente non ho avuto un contatto diretto con Veba'' ma il Lingotto ''sta lavorando su alcune alternative che possono portare alla soluzione del problema di Veba" ha detto l'ad. Infine, una battuta su Crozza: ''Ci siamo visti. Lo apprezzo nonostante non condivida la sua imitazione di me. Gli ho consigliato di migliorarla". Marchionne ha poi smentito uno spot di Fiat con Crozza protagonista: "Non abbiamo deciso di fare nulla - ha detto l'ad - abbiamo parlato di tutto e di tutti. E' una persona estremamente piacevole".
Il presidente Fiat, John Elkann, aprendo i lavori dell'assemblea, ha sottolineato che "negli ultimi mesi in Europa sono esplose molte delle contraddizioni che avevamo previsto e segnalato da tempo, diversi costruttori sono entrati in crisi profonda e hanno annunciato licenziamenti e chiusure di stabilimenti ma noi no: noi manterremo l'occupazione".
"Dopo aver considerato le varie alternative - ha proseguito - Sergio Marchionne e la sua squadra sono infatti giunti a conclusioni opposte. La strada che è stata scelta è ambiziosa: puntare sui marchi d'eccellenza del gruppo per aumentare la nostra presenza sui mercati di tutto il mondo".
"Puntando sui nostri marchi premium e valorizzando le famiglie di modelli che il mercato ha mostrato di apprezzare, come la Panda e la Cinquecento - ha concluso Elkann - vogliamo sfruttare i nostri punti di forza per crescere ovunque nel mondo. Abbiamo le tecnologie, la tradizione, lo stile e, soprattutto, le persone".
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