23 marzo 2015
23 marzo 2015

17:50 - Mattarella affida a Renzi l'interim alle Infrastrutture. Tra i nomi per il dopo Lupi: Delrio e Cantone

Entra nel vivo la partita per la scelta del successore di Maurizio Lupi al ministero delle Infrastrutture, oggi al centro dell'incontro tra il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e il premier, Matteo Renzi, che ha assunto l'interim del dicastero. Ed è di oggi anche l'incontro con i sindacati che hanno espresso a Mattarella la loro preoccupazione per la crisi e l'occupazione.

La partita del dopo Lupi vedrebbe in campo due opzioni: quella politica, che vede in pole position il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, e quella tecnica con il possibile approdo a Porta Pia di Raffaele Cantone, presidente dell'Autorità anticorruzione.

In attesa delle decisioni, quello che sembra certo, secondo gli addetti ai lavori, è che la cifra che il Premier Renzi vuole imprimere al nuovo corso del ministero delle Infrastrutture è quella della discontinuità. E, dopo la tempesta giudiziaria che si è abbattutata sul dicastero di Porta Pia, con l'arresto di Ercole Incalza, i riflettori, su questo versante, si puntano, in primis, sul futuro e sul ruolo della Struttura tecnica di missione, perno cruciale nella realizzazione delle grandi opere, che ora potrebbe traslocare a Palazzo Chigi. Una questione, in realtà, già all'ordine del giorno tant'è che lo stesso ex ministero Maurizio Lupi, pur convinto che questa debba rimanere lo strumento tecnico-operativo, ha spiegato che la necessità di una sua riforma era una questione all'ordine del giorno.

Si tratta di vedere se e come con l'incarico ad interim del Presidente del Consiglio e, poi, con il nuovo ministro verrà modificato l'approccio strategico al programma di infrastrutturazione del Paese e la conseguente ridefinizione degli obiettivi prioritari passando dalla logica delle grandi opere, che ha improntato, con scarni successi, la politica infrastrutturale del Paese con il varo delle legge Obiettivo del 2001, a quelle delle opere medio-piccole, più consona alla visione dell'Esecutivo.

Ma, in attesa del cambiamento di rotta che, dunque, dovrebbe portare alla riforma della vecchia legge Obiettivo, tra vecchio e nuovo corso, ci sono dossier aperti che, inevitabilmente, passeranno nelle mani del nuovo titolare delle Infrastrutture. A cominciare dalla legge delega di riforma del codice degli appalti, in Commissione al Senato dove dopo 7 mesi si sono appena concluse le audizioni. Altro fronte, quello della riforma del trasporto pubblico locale, che, pur considerata prioritaria, è ancora ben lontana dal traguardo. C'e' poi la riforma della portualità: dopo aver riunito gli Stati generali del settore, il ministro Lupi aveva annunciato la presentazione di un nuovo piano per febbraio-marzo. Ma la partita è rimasta aperta.
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