Rush finale per l'approvazione dell'Italicum, dopo le tre votazioni di fiducia che hanno aperto la strada al voto di oggi a Montecitorio, previsto per questa sera, senza le opposizioni (Fi, M5S, Sel e Lega) che al termine delle dichiarazioni di voto dei gruppi sulla legge elettorale hanno lasciato l'aula di Montecitorio.
Pd - L'Italicum è la "svolta che attendiamo dal 2005", una riforma "più volte promessa senza mai arrivare a un risultato" che assicura "un valore alla nostra coerenza e credibilità, un peso alla capacità della politica di dare risposte agli impegni presi", ha detto Lorenzo Guerini nelle dichiarazioni di voto alla riforma elettorale alla Camera. Il vice segretario del Pd ha ricordato le parole di Giorgio Napolitano sulle riforme al momento del suo secondo mandato al Quirinale, "un giudizio pesantissimo nei nostri confronti", un "monito rilanciato dal presidente Mattarella". Per Guerini, "votando l'Ialicum rispondiamo efficacemente a quei moniti" per un "rafforzamento di una Repubblica parlamentare e rappresentativa capace di decidere". Il vice segretario dem ha poi ricordato che "per 14 mesi la riforma è stata un cantiere aperto a tutti" e "nega l'evidenza" chi propone "improbabili parallelismi" con il Porcellum. Ma ora, ha aggiunto Guerini, "i cittadini non perdoneranno altri fallimenti: siamo qui per prenderci le nostre responsabilità". L'esponente del Pd ha spiegato che bisogna decidere tra "chi spinge per il cambiamento e chi lo frena" e non ha risparmiato critiche a Forza Italia: "Chi approva lo stesso testo e poi esce dall'aula è incomprensibile o ha paura del voto dei suoi colleghi di gruppo". Altro discorso per le divergenze nel Pd: "Merita attenzione chi avanza valutazioni politiche differenti assumendosi il carico delle proprie scelte: è nella pluralità delle idee la ricchezza del nostro partito". Però "si discute ma poi arriva momento della decisione".
Forza Italia - Forza Italia va in ordine sparso, con i 20 deputati azzurri che si sono presentati in Aula al momento della votazione degli ordini del giorno, violando la linea dell'Aventino indicata dal capogruppo Renato Brunetta, che confermano il braccio di ferro in corso all'interno del partito da tempo tra 'lealisti' anti-Nazareno e 'verdiniani' e dimostrano l'asse tra i fedelissimi di Verdini e i 'fittiani' contro la gestione Brunetta del gruppo a Montecitorio. Venti deputati, fanno notare, potrebbero trasformarsi in quel 'soccorso azzurro' pro Renzi, più volte denunciato dai fedelissimi di Arcore durante l'iter delle Riforme in Parlamento. Brunetta smentisce divisioni ("Non c'e' nessuna spaccatura, saremo fuori dall'Aula alla votazione finale"), ma ad accendere le polveri sarebbe stata la riunione dell'assemblea dei deputati forzisti di questa mattina, dove il presidente dei deputati avrebbe chiesto ai 15-18 parlamentari presenti (erano assenti i 'ricostruttori' e i 'verdiniani', come capita ormai da qualche mese) di disertare l'Aula sia per il voto sugli ordini del giorno, sia per quello finale. Una scelta condivisa da tutti i partecipanti all'assemblea, soprattutto 'lealisti', anche per non dare adito all'accusa di non voler perdere la 'diaria' giornaliera di presenza. Tra veleni e rancori, dunque, Forza Italia è alle prese con il nodo dell'Italicum e offre la fotografia plastica dei forti malumori interni, che potrebbero sfociare in uno strappo dopo le regionali da parte dei fedelissimi di Verdini e di Fitto. E proprio sul voto agli ordini del giorno, raccontano, i maldipancia sono scoppiati anche in Transatlantico, a Montecitorio, dove il responsabile d'Aula del partito, Rocco Palese e Luca D'Alessandro sono stati protagonisti di un acceso botta e risposta sull'opportunità di essere in Aula o meno.
No da Cinque stelle - Appello del M5S in Aula alla Camera al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella affinché non firmi l'Italicum. "Ci rivolgiamo a lui - dice durante le dichiarazioni di voto Danilo Toninelli - perché tra pochi giorni giungerà sulla sua scrivania questa schifosa legge e lui dovrà decidere se firmarla. Noi chiediamo di non firmarla" perché ha "gli stessi principi di incostituzionalità del Porcellum". E' una "scelta molto coraggiosa ma necessaria: serve per la libertà". "Il M5S 'non ci sta' al voto segreto sull'Italicum e, a questo punto, lascerà l'Aula", aveva chiarito poco prima all'Adnkronos Toninelli. "Noi abbiamo sempre detto: mettiamoci la faccia. E' stato chiesto il voto segreto" perché, a detta di Toninelli, "le forze di opposizione non garantiscono tutti i voti contrari".
Minoranza Pd - "Siamo orientati a esprimere voto contrario" all'Italicum, dice Gianni Cuperlo prima di entrare nell'Aula di Montecitorio. "Mi pare ci sia un orientamento verso la coerenza e trasparenza della posizione assunta finora. Non condividiamo la forzatura" sulla legge elettorale. Da qui, "l'orientamento a votare contro".
Lega - Se fossi deputato uscirei dall’aula prima del voto, ma dovete chiedere al capogruppo”. Così il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini ha risposto ai giornalisti a Montecitorio che gli chiedevano quale sarebbe stata la scelta del Carroccio stasera.
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