Berlusconi, pressing su Tremonti: "Serve un segnale subito"

Lo scaricabarile tra partito e governo è cominciato e, dopo Bondi, i due coordinatori e il ministro dell’Economia sono le vittime che Berlusconi è disposto a sacrificare per rilanciare centrodestra e governo.
L’atteso ufficio di presidenza del Pdl è stato rinviato a oggi, ma ieri sera il Cavaliere ha incontrato coordinatori e capigruppo per valutare il da farsi, ed è probabile oggi un incontro con il ministro dell’Economia.
La Lega è in attesa di un segnale forte di discontinuità ed è spaccata al proprio interno, ma Bossi prima di prendere le distanze da Giulio Tremonti - come ieri ha fatto il Cavaliere durante il ricevimento al Quirinale - vuole capire come intende muoversi il presidente del Consiglio e «se è rinsavito», come sostenuto ieri da Maroni. La cautela della Lega si spiega anche con il timore di perdere, con il Professore, anche un’altra e decisiva fetta di potere dopo aver visto svanire quella legata al comune di Milano.
Berlusconi però non molla. Non sembra disposto a nessun passo indietro, come forse vorrebbe il Carroccio. Tantomeno intende interpretare la sconfitta ai ballottaggi come un segnale del tramonto della sua leadership e quindi scarica di fatto sul partito e sul presunto braccio-corto di Tremonti la responsabilità della débacle. Da tutti e tre vorrebbe comunque un passo indietro e ben lo ha compreso il titolare dell’Economia che ieri mattina ha affrontato la questione a palazzo Chigi con tutti e tre i ministri della Lega (Bossi, Calderoli e Maroni). Ovviamente il premier, impeganto ancora a Bucarest, non ha gradito e ha subito chiamato al telefono prima Bossi, poi Calderoli.