Giuseppe Orsi "non ha nessuna intenzione di dimettersi, intende rimanere e difendersi a tutto tondo dimostrando infondatezza delle accuse che gli sono state rivolte". E' quanto ha dichiarato il difensore del presidente e ad di Finmeccanica Ennio Amodio, in una affollata conferenza stampa. Allo stato "Orsi -ha aggiunto il legale- ha intenzione di dimettersi solo se gli verrà chiesto di fare un passo indietro", ma "allo stato è in grado di difendesi e di restare dov'è".
Nell'incontro si è parlato anche delle accuse mosse a Orsi da Lorenzo Borgoni il quale, ai magistrati napoletani, aveva dichiarato che l'ascesa del manager era avvenuta grazie ad una tangente di 10 milioni alla Lega Nord. Si tratta, dice oggi Amodio "solo di chiacchiericci raccolti". Ad un anno circa di distanza da quelle accuse "non è stato raccolto niente su questo punto. Resta una dichiarazione priva di ogni riscontro". Non a caso, sottolinea il legale lo stesso Borgogni, a verbale, avrebbe dichiarato di aver "raccolto voci interne all'azienda" precisando poi "di non aver mai fatto alcun accertamento su queste voci".
Sulla presunta tangente da 10 milioni aggiunge il difensore "vi è una ricostruzione così sgangherata e disarticolata, priva di riscontro e talmente improponibile da apparire una congettura fatta da Borgogni rispetto alla quale assumeremo iniziative sia in sede penale che civile".
Quanto al memorandum trovato in casa alla madre di uno dei consulenti di Finmeccanica, Haschke, dove, secondo quanto hanno riportato alcuni quotidiani, vi sarebbe stata la quantificazione di una tangente da pagare al generale indiano che guidava la commissione di collaudo rispetto all'appalto di 12 elicotteri 101, "si tratta -dice Ennio Amodio- di un clomoroso abbaglio".
Quel documento, dice oggi il legale "riguarda un altra gara relativa ad un elicottero 119, risalente in là nel tempo. Una gara che Agusta non ha mai vinto". "Dal contesto degli atti buttati lì alla rinfusa -aggiunge ancora il difensore- non vi è mai la conferma che Giuseppe Orsi abbia fatto alcun accordo affinché un consulente intervenisse sel mercato indiano per pagare tangenti. Lo stesso Haschke ha dichiarato di non aver mai pagato tangenti in India".
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