9 novembre 2011
9 novembre 2011

La struttura pensionistica italiana e quella europea

12:00 - Pensioni: al confronto il sistema italiano e quello europeo

La lettera di intenti che il Governo ha inviato all'Europa per rispondere alla richiesta di misure intese a ridurre il debito pubblico, prevede anche interventi in materia di pensioni, che a regime dovrebbero portare nel 2026 l'eta' pensionabile a 67 anni, sia per gli uomini che per le donne. Ma quali sono le regole vigenti negli altri Paesi della UE? In Italia il diritto alla pensione di vecchiaia si consegue attualmente a 60 anni per le donne e 65 per gli uomini ma dal 2012 per le donne del pubblico impiego scatta l'innalzamento a 65 anni; la pensione puo' essere effettivamente percepita dopo 12 mesi (per i lavoratori dipendenti) o 18 (per gli autonomi) dal perfezionamento dei requisiti. Il pensionamento standard in quasi tutti i Paesi europei prevede il raggiungimento dei 65 anni di eta', sia per gli uomini che per le donne: cosi' e' in Belgio, in Finlandia, in Danimarca, in Spagna e in Germania. Pressoche' tutti i Paesi stanno comunque gradualmente procedendo ad innalzamenti dell'eta' pensionabile verso i 67 anni: in Danimarca e Spagna ci si dovra' arrivare nel 2027, in Germania nel 2029 relativamente ai nati dal 1947 in poi. Nel Regno Unito, unico Paese oltre il nostro che mantiene una differenza di genere, gli uomini vanno in pensione a 65 anni, eta' che le donne dovranno raggiungere gradualmente nel 2020; i 68 anni per tutti sono il traguardo del 2046. Solo la Francia costituisce un'eccezione in Europa perche' la sua eta' pensionabile e' la piu' bassa: 62 anni, che pero' stanno progressivamente aumentando di 4 mesi l'anno dal 1° luglio 2011 fino al 2018. E veniamo ai pensionamenti anticipati (per noi, pensioni di anzianita'), che non sono previsti in Svezia e nel Regno Unito, mentre in Francia si applicano solo nei confronti dei disabili gravi e dei lavoratori precoci che devono aver compiuto rispettivamente 55 o 56 anni. In Italia la pensione di anzianita' si ottiene fino alla fine del 2012 con 60 anni di eta' e 36 di contributi ("quota 96", data dalla somma di eta' anagrafica e anni di contribuzione) o indipendentemente dall'eta' con 40 anni di contributi; per l'effettiva percezione della rendita e' tuttavia stabilito un differimento di 12 mesi (18 mesi per gli autonomi) dopo il perfezionamento dei requisiti. In Danimarca e in Belgio il pensionamento anticipato e' piu' facile che da noi: in Danimarca si puo' andare in pensione con 60 anni e 25 di contributi se si percepisce un trattamento di disoccupazione (tra il 2019 e il 2022 l'eta' sara' portata a 62 anni e i contributi a 30), ed in Belgio a 60 anni con 35 anni di contributi. La Spagna consente il pensionamento anticipato con 63 anni di eta', 30 di contributi e 6 mesi di disoccupazione indennizzata oppure con 65 anni ed almeno 38 anni e mezzo di contributi. In Germania infine il pensionamento anticipato e' possibile con 63 anni e 35 di contributi, che possono provenire anche dalla cura e dall'educazione dei figli fino al decimo anno di eta'; dal 2012 e' tuttavia previsto un forte inasprimento dei requisiti perche' saranno necessari 65 anni di eta' e 45 di contribuzione.
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