Il saldo annualizzato, vale a dire la differenza tra i flussi di assunzioni e cessazioni negli ultimi dodici mesi, identifica la variazione tendenziale delle posizioni di lavoro (differenza tra le posizioni di lavoro in essere alla fine del mese osservato rispetto al valore analogo alla medesima data dell’anno precedente).
Dopo gli andamenti negativi registrati nei mesi più acuti della pandemia (primavera del 2020 e autunno-inverno 2020-2021), da marzo 2021 il saldo annualizzato ha segnalato un continuo recupero. A giugno 2021 si registravano 696.000 posizioni di lavoro in più rispetto al giugno 2020; nei mesi successivi tale crescita si è assestata e a dicembre è risultata pari al livello di giugno (+692.000), con un saldo positivo in tutte le tipologie contrattuali. In particolare, per il tempo indeterminato la variazione positiva risulta pari a 119.000 unità mentre per l’insieme delle altre tipologie contrattuali la variazione complessiva è pari a 573.000 unità, con un ruolo rilevante dei rapporti a termine.
Confrontando la situazione a dicembre 2021 con dicembre 2019 (pre-pandemia) registriamo un saldo decisamente positivo per i rapporti di lavoro a tempo indeterminato (+385.000: si sommano risultati positivi sia per la prima che la seconda annualità considerata); anche per l’insieme delle altre tipologie contrattuali a livello biennale il saldo risulta marcatamente positivo (+283.000) grazie all’ampio recupero delle perdite che erano state registrate nel 2020.
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