Negli ultimi due giorni in Italia sono calati i prezzi del gas: mentre l’indice Tft, quotato alla Borsa di Amsterdam e punto di riferimento per gli scambi in Europa, lunedì ha toccato un massimo di 220 euro al megawattora, in Italia il prezzo si è fermato a 80. Il nostro Paese è poi diventato anche esportatore di gas, di cui in questo momento disponiamo largamente: gli stoccaggi sono stati riempiti al 90%, il metano russo è stato sostituito per due terzi da quello algerino e altri fornitori, inoltre si tratta di settimane in cui non si utilizzano né riscaldamento né condizionatori. Lo stesso è avvenuto con l’energia elettrica, di cui siamo grandi importatori dalla Francia: a causa delle manutenzioni dei reattori nucleari francesi, lo scenario consueto della produzione elettrica si è fatto incerto e si rende così probabile che saranno i francesi ad acquistare dai venditori italiani. Nel complesso, tutte condizioni che potrebbero portare a una netta riduzione dei costi in bolletta, anche se ancora non influiranno sulle variazioni che saranno aggiornate nelle prossime ore dall’Autorità per l’energia. Il tema sarà centrale anche al consiglio europeo di domani, dove si discuterà del tetto al prezzo del gas. Quindici stati membri, guidati da Francia e Italia, hanno chiesto che il tetto riguardi tutte le forniture, per evitare ulteriori differenze nei prezzi. La Commissione, tuttavia, sembrerebbe più intenzionata ad apporre il price cap solo alle importazioni dalla Russia, per evitare di deviare le forniture di altri esportatori dove i prezzi sono maggiori.
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