Si potrebbero stringere i tempi sull'adeguamento dei requisiti anagrafici di pensionamento all'aspettativa di vita media. L'accelerazione farebbe scattare l'adeguamento per uomini e donne dal 2013 e non dal 2015 come previsto nella norma contenuta nella manovra dell'anno scorso. Anche la gradualità potrebbe essere ricalcolata e gli scalini potrebbero diventare più ravvicinati. Sarebbe questa, secondo quanto riferiscono alcune fonti governative, una delle soluzioni più plausibili sul tavolo del governo per aumentare l'età di pensionamento delle donne nel settore privato che attualmente risulta più bassa della soglia di uscita delle lavoratrici pubbliche. Tuttavia, non è ancora certo che questa novità, insieme ad altre misure allo studio sulla previdenza, confluirà nella manovra in via di definizione. Potrebbe infatti essere rimandata a ottobre con la legge di stabilità. La norma dell'anno scorso stabilisce che sia per gli uomini sia per le donne dal 2015 i requisiti anagrafici per accedere alla pensione di vecchiaia, alla pensione di anzianità e all'assegno sociale saranno legati alla variazione della speranza di vita rispetto al triennio precedente rilevata dall'Istat. Non servirà più, quindi, una legge per cambiare i requisiti alla pensione ma basterà la rilevazione periodica dell'Istituto di statistica ed un decreto del ministro dell'economia. La variazione potrà intervenire anche nel 2019 e poi successivamente ogni tre anni. Se la speranza di vita dovesse diminuire i requisiti anagrafici per la pensione comunque non diminuiranno.Il pacchetto pensioni potrebbe contenere anche un aumento delle aliquote dei parasubordinati (ma la partita è complessa) e un tetto alle pensioni d'oro, cioè un prelievo per le pensioni più ricche.
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