La Commissione europea vede per l'Italia un deficit al 4% e il debito a 120,3% nel 2011, mentre nel 2012 prevede un disavanzo in calo al 3,2% e un debito a 119,8%. I dati sono contenuti nel Rapporto sulle finanze pubbliche 2011 reso noto oggi dalla Commissione europea. Per riportare il debito pubblico al 60% del Pil, come richiede il Trattato di Maastricht, nell'arco dei prossimi 20 anni l'Italia dovrà realizzare un aggiustamento "significativo", ma inferiore a quello richiesto a Irlanda, Grecia, e anche a Gran Bretagna, Spagna e Francia.
Lo sostiene il documento della Commissione. "Uno sforzo di consolidamento significativo, superiore a 5 punti percentuali del Pil, sarebbe necessario per Italia, Paesi Bassi, Ungheria, Austria e Belgio" si legge nella sezione del documento dedicata all'aggiustamento dell'avanzo primario strutturale necessario da qui al 2030 per riportare il debito al 60% del Pil. In media per tutti i paesi dell'Ue lo sforzo richiesto è di 5,3 punti percentuali, mentre per un altro gruppo di paesi tra cui Irlanda, Grecia, Gran Bretagna, Spagna e Francia il consolidamento richiesto è di "almeno 6 punti percentuali".
La proiezione sul deficit greco è di 9,5% quest'anno e 9,3% il prossimo, accompagnati da un debito pubblico pari rispettivamente a 157,7% e 166,1% del Pil. A livello aggregato di zona euro, il disavanzo è proiettato a 4,3% quest'anno e 3,5% il prossimo, mentre le indicazioni sul debito sono pari a 87,9 per il 2011 e 88,7 sul 2012. La strategia europea in materia di consolidamento dei conti pubblici, scrive ancora il documento della Commissione, non è in alcun modo messa in causa dalle tensioni che affliggono i mercati finanziari.
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