1 agosto 2022

Astensionismo, sintomo e causa della crisi delle istituzioni

Autore: Rachele Pozzato
In quest’estate di campagna elettorale, in previsione delle nuove elezioni il 25 settembre, torna centrale il tema dell’astensionismo in Italia.

Negli ultimi anni, infatti, si è registrato un costante calo della partecipazione elettorale da parte degli italiani: basti pensare che alle prime elezioni per il rinnovo di Camera e Senato del 1948 partecipò al voto oltre il 92% della popolazione. Nel 2018 la partecipazione fu invece sotto il 73%, fino ad arrivare al 2019, con le elezioni europee, a meno del 55% degli elettori alle urne.

Un campanello d’allarme per la classe politica, tanto da portare, dopo un decreto del Ministro dei rapporti con il Parlamento del 2021, all’istituzione di una Commissione di esperti che indagasse le cause e le radici del fenomeno dell’aumento dell’astensionismo, con il fine di individuare una strategia, anche di carattere normativo, per favorire la partecipazione dei cittadini al voto.

Un’indagine internazionale che ha permesso, proprio quest’anno, la pubblicazione di una relazione, il Libro bianco sull’astensionismo. Da qui è emerso quanto le cause, che negli anni hanno portato sempre più connazionali ad astenersi dall’esercitare il proprio diritto/dovere di voto, siano eterogenee.

Per primi spiccano i sentimenti di protesta verso una classe politica distante dalla popolazione, una dilagante indifferenza nei confronti della rappresentanza: un movente che spetterebbe disattendere proprio alle forze politiche, riflettendo su come riconquistare gli elettori e la loro fiducia, suscitando maggiore attenzione e passione. Una richiesta, cioè, alla politica che arriva direttamente dagli italiani di tornare con proposte e dinamiche di qualità.

Le ragioni dell’astensionismo esulano però spesso dalle volontà dei cittadini: esistono in molti casi ostacoli, come quelli legati alla mobilità, o come la distanza dai seggi nei giorni di elezioni. Ragioni, peraltro, destinate ad aumentare insieme all’aumento dell’aspettativa di vita e al moltiplicarsi degli spostamenti per ragioni di studio o di lavoro.

Proprio da questi presupposti è stato possibile per la Commissione formulare delle proposte che possano colmare la distanza tra cittadini e istituzioni. Anche considerati i passi generalmente mossi da tutte le altre democrazie mature per agevolare la partecipazione elettorale.

Tra le misure adottabili si legge, per esempio, la digitalizzazione della tessera e delle liste elettorali, per facilitare chi impossibilitato: si pensi ad anziani senza assistenza piuttosto che a soggetti affetti da disabilità di qual si voglia entità. Un’altra soluzione sarebbe quella di concentrare le scadenze elettorali in due soli appuntamenti annuali, come già capita in molte altre democrazie moderne. Per chi vive lontano dal seggio di riferimento esiste invece la possibilità del voto anticipato presidiato, che consentirebbe di esercitare il diritto di voto nei giorni precedenti l’elezione in qualunque parte del territorio nazionale, con le garanzie proprie del tradizionale procedimento elettorale, piuttosto che la possibilità di votare, nel giorno delle elezioni, in seggi diversi dal proprio.

Il voto elettronico da remoto, quello con delega o ancora il voto per corrispondenza: tutte misure che potrebbero agevolare l’accesso alla partecipazione politica e accorciare le distanze tra rappresentanti ed elettori. Con un’attenzione particolare ai giovani, con campagne e iniziative che richiedono necessariamente di essere diversificate, e al tempo stesso accomunate dalla volontà di far percepire il ruolo di “cittadino attivo” nel processo di costruzione democratica.

Il fondamento imprescindibile rimane dunque il presupposto fondativo di ogni democrazia, che è proprio la partecipazione alla vita politica. Per istituzioni che sono davvero legittimate solo se sostenute dal consenso della cittadinanza, espresso univocamente tramite il voto, a tutti i livelli. Non parlando di voto solo a ridosso della chiamata alle urne, ma leggendo questo crescente vizio della democrazia con attenzione, per adottare misure concrete in merito.
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