Rimani aggiornato!
Iscriviti gratuitamente alla nostra newsletter, e ricevi quotidianamente le notizie che la redazione ha preparato per te.
Si svolge l’audizione del Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, in Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza, presso la Sala del Refettorio di Palazzo San Macuto. Le tematiche affrontate sono legate alla formazione scolastica durante l’infanzia e l’adolescenza, con particolare riguardo alla crisi generata dalla pandemia da Covid-19.
“Siamo convinti che sia necessario prevedere una scuola che vada sempre più verso il tempo pieno, in cui però il tempo pieno non sia solo l’ampliamento di quanto c’è già ora ma sia la possibilità di comprendere la fase complessa della vita che è la crescita, in cui si trasformano corpo, mente e atteggiamenti. Questo implica massicci investimenti su mense e palestre, soprattutto nel Mezzogiorno, la sola affermazione 'più tempo pieno' non basta e nella scuola superiore bisogna uscire dalle gabbie del Novecento”, sono queste le parole del Ministro dell’Istruzione, in esse è racchiusa la prospettiva di un futuro in cui anche la scuola sia protagonista di evoluzione.
Siamo in una fase di transizione, in cui il cambiamento è in atto in ogni settore e in ogni ambito. L’innovazione aumenta e la tecnologia affianca la nostra quotidianità, vengono riformulati i contenuti e i compiti nella maggior parte delle occupazioni. Ogni persona ha diritto a un’istruzione, a una formazione e ad un apprendimento permanente di qualità e inclusivi, al fine di mantenere e acquisire competenze che consentono di partecipare pienamente alla società e al mercato del lavoro.
Secondo quanto esposto dal Ministro, la scuola deve essere in grado di rispondere all’interdisciplinarietà e l’obiettivo non deve essere quello di trasmettere delle informazioni. Viviamo nella società dell’informazione e se la scuola rimane sono un trasmettitore di conoscenza basilare non sarà mai in grado di fornire ai bambini e agli adolescenti quegli strumenti necessari alla vita futura quotidiana.
L’obiettivo non deve essere riformare la scuola, ma ripensare in profondità gli strumenti che servono ora e serviranno per affrontare situazioni come quella che abbiamo vissuto e che stiamo vivendo. È importante, però, non lasciar trapelare il messaggio di “superamento della formazione classica”, essa rimane essenziale anche con l’evoluzione in atto, e dovrà integrarsi a nuove metodologie.