Oggi sul sito Invitalia (
https://prenotazione.dpi.invitalia.it/) sono stati pubblicati gli elenchi dei beneficiari ammessi e di quelli esclusi per il bando "Impresa Sicura" di Invitalia.
Il bando, ricordiamolo, prevedeva uno stanziamento di 50 milioni di Euro destinati al rimborso del 100% delle spese sostenute dalle imprese per acquisto di DPI dovuti all'emergenza sanitaria Covid-19.
Trattandosi dell'ennesimo, infausto, "click-day" della nostra vita di consulenti di impresa, ci siamo premurati tutti di avere le informazioni dei clienti di studio per tempo, corrette ed a portata di mano affinché potessero essere trasmesse nel più breve tempo possibile (qualche minuto speravamo fosse sufficiente) per rientrare nella lista dei premiati.
La finestra temporale a messa a disposizione da Invitalia in favore degli interessati è stata addirittura di una settimana (dalle ore 09,00 di lunedì 11/05 alle ore 18,00 di venerdì 18/05/2020) ma, incredibile, i fondi sono stati esauriti al secondo 1,046749.
Si, in un solo secondo in Italia ci sono stati ben 3.150 utenti in grado di digitare sulla piattaforma di Invitalia i tre dati necessari per inserire la prenotazione, ovvero codice fiscale dell’impresa richiedente, codice fiscale del legale rappresentante ed importo richiesto.
Altri 191.025 richiedenti, invece, si sono visti rifiutare la domanda, benché velocissimi tanti di loro che comunque in poco più di un solo secondo sono riusciti ad inserire i tre valori di cui sopra.
La cosa più curiosa (pere usare un eufemismo) è che il più veloce degli
speedy-gonzales della tastiera è stato capace di presentare la propria domanda alle ore 09:00:00.000237.
In pratica, questo incredibile animale da tastiera ha impiegato
237 milionesimi di secondo per inserire i tre valori di cui sopra.
Ma non è stato l’unico, perché sono stati ben 13 i superveloci che in Italia hanno impiegato meno di un millesimo di secondo per inserire la domanda (e pensiamo che il millesimo di secondo è il valore più infinitesimale che viene considerato al mondo negli sport “veloci” come la Formula 1 ad esempio).
Nel bando di Invitalia era scritto chiaramente che non gli utenti non avrebbero dovuto far ricorso a sistemi automatici di caricamento dati per compilare la domanda, in quanto tassativamente non consentiti.
Se davvero Invitalia avesse voluto precludere l’utilizzo di tali sistemi automatici (esistono società che, dietro corrispettivo, bombardano i sistemi informatici delle piattaforme di richiesta in sede di “click-day”), avrebbe previsto l’inserimento di un codice
capcha in sede di chiusura della domanda di prenotazione, così da scongiurare, almeno in parte, la presenza del robottino sostituito all’uomo in fase di presentazione della domanda.
E invece così non è stato.
Fatto sta che è umanamente impossibile caricare una domanda su di un portale (benché semplice nel suo complesso) in un tempo infinitesimale pari a 237 milionesimi di secondo, o anche di un solo millesimo di secondo.
Un esperto di tastiera, con i dati pronti a video e con il classico metodo “copia/incolla” per tre distinti dati, impiega non meno di due-tre secondi per caricare una domanda sul portale ed inviarla.
Pertanto, la classifica del bando pubblicata oggi da Invitalia parrebbe non dire la verità ed ammettere una delle due alternative:
- o è stato di fatto consentito l’utilizzo di sistemi informativi per il caricamento automatico delle domande (prassi scorretta e dichiaratamente non consentita alla vigilia dalla stessa Invitalia);
- o c’è stato un qualche errore nell’attribuire gli orari di ricevimento delle domande.
Ultima considerazione: le ricevute rilasciate ai richiedenti all’atto della presentazione della domanda piuttosto che riportare un numero progressivo di ricezione (un numero di protocollo consecutivo che avrebbe consentito così di “bloccare” in quel preciso istante il numero di graduatoria di fatto acquisito), sono state corredate di un ridondante mega-codice alfanumerico composto da addirittura 32 caratteri. Procedura anche questa quanto meno anomala o inadeguata, sicuramente non il più efficace strumento per garantire chiarezza, trasparenza, tracciabilità ad un sistema di assegnazione di denaro pubblico.