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Nonostante un calo generalizzato in Europa, le famiglie italiane restano tra le più tartassate sulle bollette di luce e gas. Le imposte spingono i prezzi ben oltre la media UE.
Nel 2024 più della metà dell’Europa registra una “discesa” dei prezzi energetici, ma per le famiglie italiane nessuna boccata d’ossigeno.
I dati Arera sono chiari: l’Italia si conferma tra i Paesi europei con i prezzi più alti dell’energia elettrica per le utenze domestiche, seconda solo alla Germania.
Questo “gap” si spiega in principalmente con il peso delle tasse e degli oneri parafiscali che continuano a gravare sulla bolletta italiana.
Facendo un confronto con i vari paesi europei, le differenze sono chiare:
Il divario si mantiene in tutte le fasce di consumo, con differenze marcate soprattutto tra i piccoli utenti. Nella classe DA (fino a 1.000 kWh/anno), il costo in Italia è più alto dell’11,8% rispetto alla Francia. Con la Spagna, la differenza cresce fino al +37% nella classe DD (tra 5.000 e 15.000 kWh/anno).
La pressione fiscale è la grande responsabile del costo dell’energia in Italia. Nel 2024, le componenti di oneri e tasse sono cresciute del 28%, annullando quindi i benefici ottenuti dal calo dei prezzi dell’energia pura.
Confrontando l’Italia con il resto dell’UE:
Il discorso non cambia per il gas. Nel 2024 il prezzo medio per i consumatori domestici italiani è salito a 13,1 c€/kWh, con un aumento del +15,1% rispetto all’anno precedente. Questo valore è superiore del 5,3% alla media UE, che nel 2023 era invece più alta dell’8,3%.
L’Italia risulta essere tra i paesi con i costi più alti per il gas:
Anche qui, le fasce di consumo cambiano il peso in bolletta:
Le ragioni principali dietro i rincari italiani sono due: