Nel primo trimestre del 2025 l’economia italiana mostra una crescita moderata ma significativa, in un contesto internazionale ancora incerto. Secondo l’ultima nota sull’andamento congiunturale diffusa dall'Istat, il PIL italiano è salito dello 0,3% rispetto al trimestre precedente, superando Germania e Francia, ma rimanendo sotto la performance della Spagna.
Lo scenario globale resta fragile, con la nuova amministrazione USA targata Trump che, causa dazi, alimenta incertezza e caos, rischiando di incrinare anche accordi commerciali storici. Negli Stati Uniti il PIL ha registrato una lieve contrazione, mentre l’economia cinese e quella dell’Eurozona mostrano una buona tenuta. Vediamo il dettaglio.
I dati su occupazione, disoccupazione e inflazione nei primi tre mesi del 2025
Ad aprile si è registrato un calo della fiducia sia tra le imprese - è la terza flessione consecutiva - sia tra i consumatori, preoccupati soprattutto per la situazione economica del nostro Paese.
Sul fronte del lavoro, tuttavia, il primo trimestre ha visto nel Belpaese un aumento dell’occupazione dello 0,9%, che ha interessato sia uomini che donne, dipendenti e autonomi, giovani tra i 15 e i 24 anni e over 50.
L’inflazione armonizzata (IPCA) si è mantenuta stabile ad aprile: il dato è pari allo 2,1%, poco sotto la media dell’area euro (2,2%).
Produzione industriale in Italia: i dati di gennaio, febbraio e marzo 2025
Per quanto riguarda la
produzione industriale, a marzo ha segnato un lieve
aumento congiunturale dello 0,1%, portando la crescita nel primo trimestre allo 0,4%. Si tratta - va detto - del primo segnale positivo dopo una lunga fase stagnante, iniziata nel 2022.
Il recupero, però, è trainato solo da alcuni comparti:
beni strumentali (+2,2%) e
beni intermedi (+1,1%), mentre calano i beni di consumo (-1,3%) ed energia (-1,9%).
Su base annua, la situazione è invece assai più critica: l’indice corretto per gli effetti di calendario cala dell’1,8% rispetto a marzo 2024. Solo il comparto energetico cresce (+4,5%), mentre scendono beni di consumo (-2,9%), strumentali (-2,7%) e intermedi (-1,7%).
I
settori più colpiti sono:
- coke e raffinazione petrolifera (-17,2%);
- industria tessile, moda e accessori (-12%);
- mezzi di trasporto (-8,3%).
Crescono invece la fornitura di energia elettrica e gas (+12,2%) e la fabbricazione di apparecchiature elettriche (+5,1%).
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