2 dicembre 2023

Covid: casi in aumento e le regole per certificati di malattia, tamponi, mascherine

Dati in crescita: aumentano i ricoveri e l'incidenza sale a 76 positivi su 100 mila

Autore: Valentina Vitale
Numeri in continuo aumento, quelli dei positivi al Covid-19. I nuovi casi sono 52.177 nella settimana 23-29 novembre, in salita del 16,1% rispetto ai 7 giorni precedenti quando erano stati 44.955. I decessi sono 291, in aumento del 23,8% rispetto alla settimana precedente quando erano 235. E cresce anche il numero dei pazienti Covid-19 ricoverati a 5.741, circa 1000 unità in più rispetto alla settimana precedente. Si tratta esclusivamente di pazienti ricoverati nei reparti Covid ordinari: le terapie intensive, infatti, non registrano un aumento e sono stabili con numeri bassi. Il Covid, dunque, ha aggravato le condizioni di salute di pazienti con altre patologie ma non è stata la causa principale dell'ospedalizzazione. La regione con il numero più alto di contagi, troviamo il Veneto (183 casi per centomila), che questa settimana supera la Lombardia, la più bassa invece è la Sicilia (1 per centomila).

I dati sui ricoveri registrati negli ospedali sentinella - ha precisato la Fiaso (Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere) - sono in linea con l'incremento dei contagi pari al 30% indicato dal Ministero della Salute: è il segnale che non bisogna abbassare la guardia”. Dunque, niente di preoccupante, per ora, visto che i numeri sono sotto controllo e la malattia è meno virulenta rispetto ai tempi della pandemia, ma comunque è necessario adottare dei comportamenti rispettosi e attenti, come hanno detto anche dal ministero alla Salute.

Vaccini- L'età media dei pazienti che arrivano in ospedale è di circa 77 anni e la campagna di somministrazione della dose stagionale di vaccino anti-Covid tra gli ultrasessantenni è al momento un flop, si assesta intorno al 4%, come conferma il Ministero della Salute. Sono 1.042.541 i vaccini anti-Covid aggiornati a XBB.1.5 somministrati in Italia dall'inizio della campagna autunno-inverno al 30 novembre 2023. È l'ultimo dato pubblicato dal ministero della Salute che certifica il ritardo della campagna vaccinale. Negli ultimi 7 giorni considerati, dal 24 al 30 novembre, le iniezioni-scudo sono state 166.976, di nuovo in calo rispetto alla settimana precedente, quando erano state 195.377. Lombardia, Emilia Romagna e Toscana continuano ad essere le regioni in cui si concentra oltre il 60% del totale delle dosi somministrate nell'ambito della campagna. Come precisa la Fiaso “nelle prossime settimane ci attendiamo una maggiore circolazione dei virus respiratori, occorre ancora una volta rinnovare, soprattutto ad anziani e fragili, l'invito alla vaccinazione con la chiamata attiva da parte dei medici di medicina generale".

Regole da seguire:
Nessun obbligo di isolamento per i positivi - Al momento non c’è nessun obbligo di isolamento per chi è positivo, ma resta la raccomandazione e il buon giudizio di restare a casa fino alla sparizione dei sintomi. Per evitare il diffondersi dei contagi vanno seguite le semplici regole che si seguono per un’influenza. Quindi anche in caso di scuola è sufficiente farsi fare un certificato medico per non andare in classe.
Nessun obbligo di mascherina - Non c’è obbligo neanche di utilizzare la mascherina ma è consigliato l’utilizzo in tutti i luoghi dove si possono incontrare persone fragili, anziani e malati.

RSA e ospedali -Le direzioni sanitarie degli ospedali hanno la possibilità di introdurre obblighi a seconda dei rischi in determinati reparti dove si ricoverano persone fragili o anziane. Stessa discrezione è consentita alle Rsa. I visitatori/accompagnatori che presentano sintomi compatibili con Covid devono evitare di accedere alle succitate strutture; e gli operatori addetti all’assistenza sanitaria e socio-sanitaria che presentano sintomi compatibili con Covid devono evitare di accedere in setting assistenziali, sia di degenza che ambulatoriali, dove sono presenti pazienti immunocompromessi e fragili, secondo le modalità e le procedure adottate dalle direzioni delle strutture.

Tamponi - Non valgono quelli casalinghi. Per avere una certificazione ufficiale si devono fare o in farmacia o dal medico curante che comunica il risultato alla Asl. C’è l’obbligo di tampone solo per chi ha sintomi influenzali e arriva al pronto soccorso, o per chi deve ricoverarsi.

Certificati di malattia- Per la certificazione di malattia, va distinto se il paziente è sintomatico o asintomatico. Per gli asintomatici non c’è scampo, devono andare a lavorare ed è inutile avere una diagnosi di positività al Covid-19 con la certificazione ufficiale rilasciata in farmacia, infatti, se il medico non rileva una condizione che impedisca di lavorare, non può emettere nessun certificato che consenta al paziente di assentarsi. Certo, il buon senso, rivela che con ogni probabilità recandosi in ufficio i pazienti positivi contageranno i colleghi, per cui viene fortemente raccomandato di indossare la mascherina in ufficio. Per quanto riguarda i sintomatici, invece, c'è la possibilità per il medico di valutare l'inabilità temporanea al lavoro e può fare una diagnosi aspecifica di sindrome respiratoria di probabile natura virale/sospetto Covid.
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