La tecnologia può far variare le nostre abitudini. Anche il mondo delle imprese è coinvolto in tali cambiamenti. I dispositivi indossabili (in inglese Wearable devices) rappresentano importanti obiettivi di ricerca, soprattutto perché meno invasivi, per esempio, di quegli studi che tentano di impiantare un chip nei cervelli umani (per adesso, delle scimmie). Si tratta di una categoria in cui confluiscono, però, anche apparecchi che indossabili non sono, ma che hanno a che fare con il corpo e, soprattutto, con la sua salute. Centrale è, come avviene sempre più spesso, il cellulare. Il ricordo dei vecchi telefonini è colmo di tenerezza.
Talvolta, informandosi sugli ultimi ritrovati della tecnologia, si potrebbe avere l’impressione che si sia sull’orlo di una commistione tra l’umano e le macchine da mettere i brividi: arti bionici, apparecchi che permettono di rigenerare sinapsi del cervello venute a mancare per cause incidentali, ma anche chip impiantati nella testa per poter entrare in simbiosi con l’intelligenza artificiale.
Si tratta di orizzonti che, una volta immaginati (ma la realtà, come ben si sa, supera sempre la fantasia), potrebbero mettere a disagio anche i più positivi ‘visionari’ e sostenitori dell’evoluzione tecnologica. Nello stesso tempo, però, essi fanno presagire che si potrebbero aprire per l’essere umano nuove prospettive, magari anche esistenziali.
Tali contrastanti sentimenti di fronte a detti esperimenti che potremmo definire ‘estremi’, hanno condotto alcune case produttrici a concentrare i propri sforzi per l’innovazione verso alcuni apparecchi che, seppur con qualche forzatura, sono stati definiti ‘wearable devices’. In alcuni casi si tratta di IdO (Internet degli Oggetti), ossia di oggetti collegati costantemente alla rete, altre volte, invece, tale connessione non è necessaria per il funzionamento. Tra di essi è annoverato anche il cellulare equipaggiato con specifiche app. Spesso si tratta di tecnologie che hanno applicazioni mediche.
Tra le applicazioni si citano SkinVision, mediante la quale è possibile sfruttare la fotocamera che abbiamo sempre con noi per monitorare la pelle e i nei, magari per prepararsi alla visita da un dermatologo. Health Station, invece, è un’app sulla quale registrare le variazioni di temperatura, pressione e peso. A ogni cambiamento di questi tre parametri si può aggiungere un sintomo o un farmaco appena assunto che l’app registrerà insieme a tutti gli altri dati. È utile se non vogliamo investire denaro in dispositivi per la salute, ma vogliamo alcuni dei benefici della digital health.
Tra i dispositivi propriamente indossabili, ossia di accessori che sono costantemente sul corpo, si annoverano in particolare quelli che hanno a che fare con la salute del cuore. Il più famoso è l’Apple Watch che permette non solo di misurare i battiti al minuto, ma anche di effettuare un elettrocardiogramma, mediante il quale misurare la regolarità del battito cardiaco. Tali funzioni sono disponibili anche in un altro apparecchio. Si tratta di Withings Move ECG, ossia di un orologio apparentemente ordinario (decisamente meno costoso del prodotto Apple), che, mediante dei sensori speciali, invia i dati raccolti a un’applicazione sul telefono in grado di elaborarli per misurare il battito cardiaco, anche in relazione alla sua regolarità.
Ma c’è chi, naturalmente, sta tentando di andare oltre, studiando dispositivi indossabili nel senso letterale del termine. La famosa impresa Levi’s, produttrice di abbigliamento in tessuto jeans, e l’altrettanto famosa Google, hanno elaborato un giubbotto in cui all’interno delle maniche è posizionato il Levi’s Trucker Jacket con Jacquard by Google, che permette di controllare il cellulare con semplici gesti programmabili personalmente. Si tratta di nuove ricerche certamente meno invasive di quelle che si prefiggono quale scopo quello di impiantare un chip nel cervello.
Nella categoria dei wearable devices, però, come detto, confluiscono anche apparecchi che di indossabile non hanno proprio niente.
Si tratta per esempio del Withings Thermo. Un termometro con il quale misurare la temperatura corporea in meno di cinque secondi. Oltre alla velocità di misurazione, il pacchetto in vendita offre poi ulteriori vantaggi: l’app alla quale Thermo invia i dati è molto completa, raccoglie dati, offre consigli in base al sesso, all’età e allo storico delle misurazioni e fornisce consigli sui farmaci da assumere.
È poi possibile citare anche la Withings Body Cardio, ossia una bilancia mediante la quale, oltre al peso e all’indice di massa corporea e alla ritenzione idrica, è possibile misurare anche il grado di salute del sistema cardiovascolare. Simile è anche la Xiaomi Mi Body Composition 2, che però misura solo il peso e l’indice di massa corporea.
In ultimo si menziona la poltrona Comfort Pofit, che permette di aiutare chi la utilizza a mantenere una posizione seduta ideale per il corpo. Anche in questo caso è previsto che la poltrona sia collegata a un’app che controlla in tempo reale la postura ed emette un avviso quando essa non è conforme a quanto programmato.
Tutti gli apparecchi appena indicati sono certamente interessanti e utili. E potrebbe venire da sorridere quando ci si ricorda dei vecchissimi telefonini che spesso perdevano campo e non si collegavano alla rete. Chi non ricorda il marchio Nokia? Ebbene, un ramo di questa impresa potrebbe a breve diventare proprio la Withings più volte menzionata. La tecnologia può far cambiare le abitudini e a volte indurre a un ripensamento delle proprie attività quotidiane.