1 novembre 2019

Il giornalismo ai tempi dell’AI

Autore: Ester Annetta

Lo scorso 22 ottobre si è tenuto a Roma, al Talent Garden Ostiense, il convegno organizzato dall’ANSA: "Giornalismo aumentato - Il futuro dell'informazione ai tempi dell'intelligenza artificiale".

L’obiettivo dell’incontro – come lascia facilmente intuire il titolo – è stato quello di analizzare e comprendere quali potranno essere gli scenari futuri della professione giornalistica in virtù dell’impatto dell’Intelligenza artificiale (AI) sull'informazione.

Su questo tema di fondo si sono perciò innestati diversi altri interventi, che hanno spaziato dall’illustrazione degli esiti di ricerche condotte sull’argomento alla presentazione delle innovazioni tecniche di nuovo o prossimo impiego nelle redazioni, senza trascurare un’accurata analisi anche dei rischi connessi alla divulgazione di fake news e dei mezzi per verificarle e contrastarle.

Ad aprire l’incontro è stato il presidente dell‘Ansa, Giulio Anselmi, che ha esordito ponendo l’interrogativo che certamente più d’ogni altro oggi preoccupa: “L’Intelligenza Artificiale è uno strumento per rendere le macchine più simili all’uomo?”

In un’epoca in cui al giornalismo cartaceo, agli inviati ed ai cronisti tradizionali si affiancano nuove figure come i citizen journalist, i blogger, gli youtuber, anche i canali di diffusione ed i modelli giornalistici risultano mutati: anzitutto, la notizia viaggia sempre meno attraverso le agenzie di stampa e sempre più attraverso la rete, comportando, di conseguenza, anche un cambiamento sia del business che del modello organizzativo dell’impresa; in secondo luogo, i modelli giornalistici sono diversi: “complice l’intelligenza artificiale, andiamo verso nuovi modelli di giornalismo. “Aumentato” vuol dire più ricco e in parte diverso ma non vuol dire tradito. – ha proseguito Anselmi - L’informazione al tempo dell’oggi e dei social network è una post-verità e non è più quello a cui eravamo abituati: ma la cosa fondamentale è la verifica delle notizie e delle fonti per riuscire a conciliare la velocità (che è la vera novità dei nostri tempi) con l’attendibilità. In questo contesto, il ruolo dell’agenzia di stampa risulta ancora fondamentale”.

Ecco, allora, la risposta all’interrogativo iniziale: L’AI non deve sostituire le persone, desertificare le redazioni, ma, viceversa, deve essere un ausilio per migliorare l’efficienza e la produttività. Alle macchine devono essere relegati i compiti più ripetitivi e noiosi, dando in tal modo ai giornalisti più tempo per dedicarsi alla parte più creativa del lavoro. “Tra giornalisti e tecnologie ci deve essere un rapporto di collaborazione”, ha concluso Anselmi.

Sulla stessa linea è stato condotto l’intervento del Direttore dell’Ansa, Luigi Contu, che nel commentare i limiti e le opportunità dell’AI applicata al mondo dell’informazione ha sottolineato, ancora una volta, l’insostituibilità del lavoro intellettuale, in particolare con riguardo alle capacità di valutazione delle notizie che non possono che afferire alla mente umana: “Noi raccontiamo e cerchiamo notizie e che interessano il pubblico, e si presuppone che i giornalisti sappiano capire cosa sia importante per l’opinione pubblica per la sua formazione e cultura civile, per i suoi divertimenti e i suoi svaghi”, ha affermato Contu. Di conseguenza, appare evidente che condizioni ed azioni quali la comprensione di un fatto complesso, la gerarchia, l’etica, la narrazione fatta con emozione e pathos, la verifica dell’affidabilità delle fonti, l’assunzione di responsabilità dei contenuti prodotti e pubblicati non possono appartenere all’AI. E sono quelli gli elementi che fanno la qualità dell’informazione, rendendola indipendente, pluralista, completa e portatrice di cultura.

Nel corso del convegno sono stati anche anticipati i risultati della ricerca "Journalism AI", un progetto pensato da Polis (Think tank della London School of Economics and Political Science) e finanziato da Google initiative, che ha coinvolto 71 redazioni in 32 paesi diversi, con la finalità di ricercare come sviluppare la possibilità di collaborazione tra Google e i giornalisti senza diventarne dipendenti. Come ha evidenziato Mattia Peretti - Journalism AI Manager Polis – commentando lo studio, se grazie all'AI è possibile rendere più efficiente il lavoro dei giornalisti e offrire contenuti personalizzate agli utenti, tra i principali ostacoli alla sua implementazione vi sono carenza risorse, competenze tecnologiche, difficolta ad attrarre personale qualificato, scetticismo generale e timori del suo impatto sulla forza lavoro.

Un esempio concreto di come l'intelligenza artificiale sia utilizzata per supportare il lavoro in redazione è stato fornito da Fernando Garea - Ceo dell'agenzia di stampa spagnola Efe – che ha illustrato le caratteristiche di "Narrativa", un software di AI usato dalla sua agenzia, attraverso cui è possibile scrivere notizie nello stile dell'agenzia, rendendole pronte per la trasmissione. L'applicazione funziona elaborando testi analoghi a quelli dell'agenzia partendo dall'analisi di dati e informazioni in alcuni settori (come sport, meteo, dati economici e di Borsa) e confezionando, quindi, articoli pronti, del tutto simili a quelli scritti dai giornalisti. Tuttavia, ha voluto precisare Garea, per quanto l'AI consenta di analizzare ed elaborare i dati in modo molto più rapido rispetto a quanto riesce a fare un essere umano, la figura del giornalista resta insostituibile nella filiera dell'informazione.

Riguardo al tema delle fake news e dei "deepfake", il presidente del Digital Transformation Institute Stefano Epifani e il presidente Emea partnership per Google, Carlo D'Asaro Biondo, hanno sottolineato l’utilità di investire in tecnologie basate sull'IA per individuare e combattere le manipolazioni delle notizie.

In tale ottica, il convegno è stato preceduto da un Hackathon, durato più di 20 ore, realizzato in collaborazione con Talent Garden, cui hanno partecipato studenti e giornalisti, esperti di programmazione e di marketing con la mission di sviluppare soluzioni per la lotta alle fake news, il supporto al lavoro di redazione e, infine, la creazione di nuovi modelli di business. Vincitore è stato il progetto "Hi Ansa", un’app che fornisce notizie affidabili e tematizzate attraverso canali personalizzati per ottimizzare l’esperienza dell’utente; secondo e terzo posto sono stati assegnati rispettivamente a: Nova, una piattaforma digitale che mette l’intelligenza artificiale al servizio del giornalismo arricchendo le fonti primarie con dati secondari autorevoli, contestuali e di approfondimento; e Aiuto da ANSA, che propone un sistema di Vocal Assistant e Open Graph per fornire un’informazione rapida, semplice e verificata grazie alle mappe concettuali generate con l’intelligenza artificiale, così chi legge si sente spinto a chiedersi non solo il “che cosa” ma il “perché” di alcuni fatti che si trasformano in notizie da prima pagina.

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