18 giugno 2025

Inflazione, estate 2025: rincari fino a 716 euro per famiglia secondo i dati ISTAT

I dati ISTAT di maggio segnalano un'inflazione dell’1,6%. Rincari su cibo, trasporti e vacanze: ecco le città più care e quelle dove si spende meno.

Autore: Chiara Aiello
L'estate 2025 si apre con un aumento del costo della vita che rischia di pesare non poco sulle famiglie italiane.

Secondo i dati Istat, l'inflazione di maggio registra un incremento annuo dell’1,6%. Per il Codacons, parliamo di in una spesa maggiore fino a 716 euro per una famiglia con due figli. Il dato sembra moderato, ma dietro la “calma della media” si nasconde una raffica di rincari su beni di uso quotidiano e servizi legati al turismo.

A seguire le percentuali ISTAT nello specifico.

Prezzi al consumo mese di maggio

Secondo i dati definitivi diffusi dall’Istat, a maggio 2025 l’indice nazionale dei prezzi al consumo diminuisce dello 0,1% su base mensile ma segna un +1,6% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Una leggera decelerazione rispetto ad aprile (+1,9%) dovuta soprattutto al calo dei prezzi dei beni energetici sia regolamentati (+29,3%) che non regolamentati (-4,3%) e degli alimentari non lavorati, che passano da un +4,2% a un +3,5%.

A frenare l’indice generale contribuiscono anche i servizi legati ai trasporti e quelli ricreativi e culturali, ma si segnala un’accelerazione nei beni alimentari lavorati (+2,7%) e un rallentamento meno marcato nella flessione dei beni durevoli (-1,1%).

La cosiddetta "inflazione di fondo", che esclude energia e alimentari freschi, si attesta all’1,9%, mentre quella al netto dei soli beni energetici al 2,1%. Le variazioni più evidenti restano su scala settoriale, con i beni alimentari e per la cura della persona in aumento del 2,7%.

Le città più care

Non tutte le città vivono l’inflazione allo stesso modo. Secondo le elaborazioni dell’Unione Nazionale Consumatori sui dati Istat, i rincari più forti si registrano:
  • a Bolzano, Napoli e Venezia un’inflazione tendenziale del +2,3%;
  • Padova (+2,2%);
  • Firenze si ferma a +1,0%,
  • Aosta a +0,9%;
  • Parma a +0,8%.

Da non sottovalutare il dato del Sud, dove l’inflazione media rimane più elevata rispetto al dato nazionale, anche se in rallentamento: dal 2% di aprile all’1,9% di maggio.

Le città meno care

Nella “top ten” delle città risparmiatrici troviamo Olbia-Tempio, Parma e Lodi, tutte con un’inflazione annua dello 0,8%. L’aumento medio della spesa in queste aree si limita a 159 euro annui, un divario significativo rispetto ai 700 euro delle città più care.

Troviamo poi Sassari (+0,9% e +179 euro), Benevento (+0,9% e +199 euro), e Aosta con un'inflazione dello 0,9% e un incremento medio della spesa pari a 249 euro.

Aumento sulle spese legate al turismo

Nonostante il calo generale dell’inflazione, per il turismo si registra una vera e propria impennata.

Se ci basiamo sui prezzi dei mezzi di trasporto:
  • i voli nazionali aumentano del +30,8% rispetto allo scorso anno;
  • i traghetti del +9,7%.

Anche i servizi ricreativi e sportivi come piscine e parchi divertimento segnano un rincaro dell’8,3%.

Non sfuggono al rincaro neanche le “vacanze organizzate”: i pacchetti vacanza nazionali rincarano del 7,2%, mentre le strutture ricettive (alberghi, case vacanza, B&B) vedono i prezzi salire in media del 5,8%.
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