L'estate 2025 si apre con un aumento del costo della vita che rischia di pesare non poco sulle famiglie italiane.
Secondo i dati Istat, l'inflazione di maggio registra un incremento annuo dell’1,6%. Per il Codacons, parliamo di in una spesa maggiore fino a 716 euro per una famiglia con due figli. Il dato sembra moderato, ma dietro la “calma della media” si nasconde una raffica di rincari su beni di uso quotidiano e servizi legati al turismo.
A seguire le percentuali ISTAT nello specifico.
Prezzi al consumo mese di maggio
Secondo i dati definitivi diffusi dall’Istat, a maggio 2025 l’indice nazionale dei prezzi al consumo diminuisce dello 0,1% su base mensile ma segna un +1,6% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Una leggera decelerazione rispetto ad aprile (+1,9%) dovuta soprattutto al calo dei prezzi dei beni energetici sia regolamentati (+29,3%) che non regolamentati (-4,3%) e degli alimentari non lavorati, che passano da un +4,2% a un +3,5%.
A frenare l’indice generale contribuiscono anche i servizi legati ai trasporti e quelli ricreativi e culturali, ma si segnala un’accelerazione nei beni alimentari lavorati (+2,7%) e un rallentamento meno marcato nella flessione dei beni durevoli (-1,1%).
La cosiddetta "inflazione di fondo", che esclude energia e alimentari freschi, si attesta all’1,9%, mentre quella al netto dei soli beni energetici al 2,1%. Le variazioni più evidenti restano su scala settoriale, con i beni alimentari e per la cura della persona in aumento del 2,7%.
Le città più care
Non tutte le città vivono l’inflazione allo stesso modo. Secondo le elaborazioni dell’Unione Nazionale Consumatori sui dati Istat,
i rincari più forti si registrano:
- a Bolzano, Napoli e Venezia un’inflazione tendenziale del +2,3%;
- Padova (+2,2%);
- Firenze si ferma a +1,0%,
- Aosta a +0,9%;
- Parma a +0,8%.
Da non sottovalutare il dato del Sud, dove l’inflazione media rimane più elevata rispetto al dato nazionale, anche se in rallentamento:
dal 2% di aprile all’1,9% di maggio.
Le città meno care
Nella “top ten” delle città risparmiatrici troviamo Olbia-Tempio, Parma e Lodi, tutte con un’inflazione annua dello 0,8%. L’aumento medio della spesa in queste aree si limita a 159 euro annui, un divario significativo rispetto ai 700 euro delle città più care.
Troviamo poi Sassari (+0,9% e +179 euro), Benevento (+0,9% e +199 euro), e Aosta con un'inflazione dello 0,9% e un incremento medio della spesa pari a 249 euro.
Aumento sulle spese legate al turismo
Nonostante il calo generale dell’inflazione, per il turismo si registra una vera e propria impennata.
Se ci basiamo sui prezzi dei
mezzi di trasporto:
- i voli nazionali aumentano del +30,8% rispetto allo scorso anno;
- i traghetti del +9,7%.
Anche i servizi ricreativi e sportivi come piscine e parchi divertimento segnano un rincaro dell’8,3%.
Non sfuggono al rincaro neanche le
“vacanze organizzate”: i pacchetti vacanza nazionali
rincarano del 7,2%, mentre le strutture ricettive (alberghi, case vacanza, B&B) vedono i prezzi salire
in media del 5,8%.
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