16 giugno 2025

Istat, sito in down da diverse ore. Dati sull'inflazione di maggio 2025 bloccati

L’Istat conferma il rallentamento dell’inflazione: a maggio i prezzi scendono dello 0,1% su base mensile, mentre l’aumento annuo si ferma all’1,6%. In calo energia e trasporti, cresce il carrello della spesa

Autore: Miriam Carraretto
A maggio 2025, l’inflazione in Italia mostra segnali di rallentamento. Secondo i dati definitivi diffusi dall’Istat, l’indice nazionale dei prezzi al consumo (NIC) registra una variazione del -0,1% su base mensile e del +1,6% su base annua, in calo rispetto al +1,9% registrato ad aprile. Il dato è leggermente inferiore anche rispetto alla stima preliminare, che indicava un +1,7%.

Con l’inflazione acquisita per il 2025 già al +1,3% per l’indice generale e al +1,6% per l’inflazione di fondo, il contesto attuale mostra dunque una fase di moderazione. Va detto però, a onor del vero, che l’andamento dei beni energetici e dei generi alimentari resta un fattore chiave da monitorare nei prossimi mesi, considerato lo tsunami innescato dai dazi di Trump e la sempre più profonda instabilità geopolitica che stiamo vivendo.

I dati sul carrello della spesa

Come sta il nostro carrello della spesa? Un po' meno bene di prima. I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona sono cresciuti lievemente, passando da un +2,6% di aprile a un +2,7% a maggio.
Al contrario, i prodotti ad alta frequenza d’acquisto hanno rallentato la corsa, con un incremento che passa dal +1,6% al +1,5%.

A cosa è dovuta la lieve diminuzione dei prezzi

Il rallentamento dell’inflazione è legato principalmente alla diminuzione dei prezzi in diversi comparti chiave:
  • energia: i beni energetici regolamentati scendono da +31,7% a +29,3%, mentre quelli non regolamentati passano da -3,4% a -4,3%;
  • alimentari freschi: in calo dal +4,2% al +3,5%;
  • servizi ricreativi, culturali e per la persona: in calo dal +3,6% al +3,1%;
  • trasporti: fortemente in calo dal +4,4% al +2,6%;

Tengono però in controtendenza;
  • i beni alimentari lavorati, in crescita dal +2,2% al +2,7%;
  • i beni durevoli, la cui flessione si attenua leggermente (da -1,4% a -1,1%).

I dati sull'Inflazione di fondo

L’inflazione di fondo – che esclude energetici e alimentari freschi – scende dal +2,1% al +1,9%. Un andamento simile si osserva anche nell’indice depurato dai soli beni energetici, che si attesta al +2,1% dal precedente +2,2%.

In generale:
  • i beni rallentano da +1,0% a +0,8%:
  • i servizi decelerano da +3,0% a +2,6%;
  • il differenziale inflattivo tra servizi e beni si riduce a +1,8 punti percentuali (era +2,0 ad aprile).

La variazione mensile negativa (-0,1%) dell’indice generale è dovuta principalmente al calo dei prezzi:
  • degli energetici non regolamentati (-2,1%);
  • dei servizi relativi ai trasporti (-1,7%);
  • parzialmente compensati da aumenti nei;
  • servizi ricreativi, culturali e cura della persona (+1,0%);
  • alimentari non lavorati (+0,7%);
  • alimentari lavorati (+0,3%).

Indici IPCA e FOI: i dati aggiornati

L’Indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA), che consente il confronto tra i Paesi UE, segna:
  • una variazione mensile di -0,1%;
  • e un incremento annuo del +1,7%, in calo rispetto al +2,0% di aprile.

Infine, l’indice FOI, utilizzato tra l’altro per l’adeguamento di affitti e assegni, al netto dei tabacchi segna:
  • -0,1% su base mensile;
  • +1,4% su base annua.
 © FISCAL FOCUS Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
Iscriviti alla newsletter
Fiscal Focus Today

Rimani aggiornato!

Iscriviti gratuitamente alla nostra newsletter, e ricevi quotidianamente le notizie che la redazione ha preparato per te.

Per favore, inserisci un indirizzo email valido
Per proseguire è necessario accettare la privacy policy