A
maggio 2025, l’
inflazione in Italia mostra segnali di
rallentamento. Secondo i
dati definitivi diffusi dall’
Istat, l’indice nazionale dei prezzi al consumo (NIC) registra una variazione del -0,1% su base mensile e del +1,6% su base annua, in calo rispetto al +1,9% registrato ad aprile. Il dato è leggermente inferiore anche rispetto alla
stima preliminare, che indicava un +1,7%.
Con l’inflazione acquisita per il 2025 già al +1,3% per l’indice generale e al +1,6% per l’inflazione di fondo, il contesto attuale mostra dunque una fase di moderazione. Va detto però, a onor del vero, che l’andamento dei beni energetici e dei generi alimentari resta un fattore chiave da monitorare nei prossimi mesi, considerato lo tsunami innescato dai dazi di Trump e la sempre più profonda instabilità geopolitica che stiamo vivendo.
I dati sul carrello della spesa
Come sta il nostro carrello della spesa? Un po' meno bene di prima. I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona sono cresciuti lievemente, passando da un +2,6% di aprile a un +2,7% a maggio.
Al contrario, i prodotti ad alta frequenza d’acquisto hanno rallentato la corsa, con un incremento che passa dal +1,6% al +1,5%.
A cosa è dovuta la lieve diminuzione dei prezzi
Il rallentamento dell’inflazione è legato principalmente alla
diminuzione dei prezzi in diversi comparti chiave:
-
energia: i beni energetici regolamentati scendono da +31,7% a +29,3%, mentre quelli non regolamentati passano da -3,4% a -4,3%;
-
alimentari freschi: in calo dal +4,2% al +3,5%;
-
servizi ricreativi, culturali e per la persona: in calo dal +3,6% al +3,1%;
-
trasporti: fortemente in calo dal +4,4% al +2,6%;
Tengono però in controtendenza;
- i beni alimentari lavorati, in crescita dal +2,2% al +2,7%;
- i beni durevoli, la cui flessione si attenua leggermente (da -1,4% a -1,1%).
I dati sull'Inflazione di fondo
L’
inflazione di fondo – che esclude energetici e alimentari freschi – scende dal +2,1% al
+1,9%. Un andamento simile si osserva anche nell’indice depurato dai soli beni energetici, che si attesta al +2,1% dal precedente +2,2%.
In generale:
- i beni rallentano da +1,0% a +0,8%:
- i servizi decelerano da +3,0% a +2,6%;
- il differenziale inflattivo tra servizi e beni si riduce a +1,8 punti percentuali (era +2,0 ad aprile).
La variazione mensile negativa (-0,1%) dell’indice generale è dovuta principalmente al calo dei prezzi:
- degli energetici non regolamentati (-2,1%);
- dei servizi relativi ai trasporti (-1,7%);
- parzialmente compensati da aumenti nei;
- servizi ricreativi, culturali e cura della persona (+1,0%);
- alimentari non lavorati (+0,7%);
- alimentari lavorati (+0,3%).
Indici IPCA e FOI: i dati aggiornati
L’
Indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA), che consente il confronto tra i Paesi UE, segna:
- una variazione mensile di -0,1%;
- e un incremento annuo del +1,7%, in calo rispetto al +2,0% di aprile.
Infine, l’
indice FOI, utilizzato tra l’altro per l’adeguamento di affitti e assegni, al netto dei tabacchi segna:
- -0,1% su base mensile;
- +1,4% su base annua.
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