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A maggio 2025, l’inflazione in Italia mostra segnali di rallentamento. Secondo i dati definitivi diffusi dall’Istat, l’indice nazionale dei prezzi al consumo (NIC) registra una variazione del -0,1% su base mensile e del +1,6% su base annua, in calo rispetto al +1,9% registrato ad aprile. Il dato è leggermente inferiore anche rispetto alla stima preliminare, che indicava un +1,7%.
Con l’inflazione acquisita per il 2025 già al +1,3% per l’indice generale e al +1,6% per l’inflazione di fondo, il contesto attuale mostra dunque una fase di moderazione. Va detto però, a onor del vero, che l’andamento dei beni energetici e dei generi alimentari resta un fattore chiave da monitorare nei prossimi mesi, considerato lo tsunami innescato dai dazi di Trump e la sempre più profonda instabilità geopolitica che stiamo vivendo.
Come sta il nostro carrello della spesa? Un po' meno bene di prima. I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona sono cresciuti lievemente, passando da un +2,6% di aprile a un +2,7% a maggio.
Al contrario, i prodotti ad alta frequenza d’acquisto hanno rallentato la corsa, con un incremento che passa dal +1,6% al +1,5%.
Il rallentamento dell’inflazione è legato principalmente alla diminuzione dei prezzi in diversi comparti chiave:
L’inflazione di fondo – che esclude energetici e alimentari freschi – scende dal +2,1% al +1,9%. Un andamento simile si osserva anche nell’indice depurato dai soli beni energetici, che si attesta al +2,1% dal precedente +2,2%.
In generale:
L’Indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA), che consente il confronto tra i Paesi UE, segna: